Fini: «I voti in più a Cammarata sono giorni in meno per Prodi»

Fini: «I voti in più a Cammarata sono  giorni in meno per Prodi»

nostro inviato a Palermo

«Un voto in più a Cammarata, un giorno in meno per il governo Prodi». La mette così Gianfranco Fini che a Palermo chiude la campagna elettorale per Diego Cammarata, il sindaco uscente che ha il compito non facile di difendere la città governata negli ultimi cinque anni dall'attacco che il centrosinistra sferra con la candidatura di un volto non certo nuovo ma temibile come quello di Leoluca Orlando.
Riflettori puntati quindi sul voto palermitano dove Diego Cammarata corre per la seconda volta e stavolta ha come avversario colui che l'ha governata per 15 anni e che oggi si presenta come «el reconquistador», secondo una azzeccata definizione del Foglio. Un Orlando che si dice sicuro che i suoi voti andranno oltre quelli della coalizione, che gli ultimi sondaggi danno al 40%.
Giornata di chiusura della campagna elettorale sotto il segno di Fini, unico leader arrivato a Palermo che ha sfidato la piazza più grande della città per un comizio di popolo con tanto di carrettini siciliani e bandiere al vento. Accanto a lui lo staff di An, da Giampiero Cannella, segretario provinciale, all'ex deputato Enzo Fragalà che si candida come capolista e anche il capogruppo di Fi al Senato, Renato Schifani. E soprattutto il sindaco Cammarata, che ha voluto sottolineare così il suo diverso approccio con i partiti della sua coalizione rispetto all'avversario Orlando. Che non è nemmeno andato alla chiusura della campagna elettorale dei Ds con Fassino, che nella piazza più piccola ha raccolto meno della metà di gente. Se i segnali in politica hanno un significato, Orlando ha concluso ieri con Antonio Di Pietro nel chiuso del cinema accanto a piazza Politeama dove stava Fini e il popolo di An.
Due giornate all'insegna del bagno di folla per il presidente di An, che ha scelto di chiudere nelle piazze più difficili: non soltanto a Gela, ma anche a Corleone, dove la Cdl vota per Nino Iannazzo di An e Villabate, dove non si vota da otto anni e il Comune è stato sciolto per mafia e anche qui An schiera un proprio uomo: Gaetano Di Chiaro. E a fine serata altra piazza piena a Trapani, stavolta sindaco unitario, l'uscente di Forza Italia Girolamo Fazio.
Ed è il tema dell'unità del centrodestra che affronta Fini nei suoi comizi: «Solo uniti si vince. L'unità e la lealtà sono un dovere per noi», afferma in ogni piazza, mentre a Palermo attacca la sinistra per avere rispolverato come candidato «una vecchi gloria presentandola come rinnovamento». Anche se ai giornalisti risponde di non essere d’accordo con quanti nella Cdl sostengono che la vittoria di Palermo servirà «per dare un calcio a Prodi». «Lasciamo stare i calci - ribatte Fini -, non diamo una valenza eccessiva. Si tratta di elezioni amministrative importanti e per il centrodestra contano molto i risultati di Palermo, Genova e Verona. Tutto qua». E infine un appello ai palermitani: «Avete a responsabilità di andare al voto 15 giorni prima, è necessario far capire che la sinistra dalle mille promesse non può ingannare più».
Saranno i 156 Comuni siciliani e la Provincia di Ragusa a dare il primo segnale politico, votando domenica e lunedì. I primi palermitani si avranno in tarda serata. Non sarà semplice infatti fare i conteggi con una scheda lunga quasi un metro e la possibilità del voto disgiunto. Che è quello a cui punta Orlando. Sono 14 le liste apparentate con il candidato di sinistra, 12 con Diego Cammarata, due liste civiche, Forza Nuova e l'Altra Sicilia. Una lista che molti dicono può riservare qualche sorpresa di Marco Follini, Italia di mezzo, il cui candidato sindaco, Andrea Piraino, ha raccolto tra i suoi sostenitori imprenditori, scontenti del Partito democratico e fuoriusciti da Forza Italia, come l'ex presidente della Regione Giuseppe Provenzano. Nella cabala delle previsioni c'è chi sostiene che se questa lista dovesse raggiungere il 3% si potrebbe andare al ballottaggio.

Per il centrodestra invece non c'è partita visto che ogni sondaggio dà le liste al 60% e recuperare con il voto disgiunto un 10% di voti è oltremodo arduo. La campagna elettorale è ufficialmente finita, ma ancora ci saranno due giorni che terranno tutta la città in fibrillazione.

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