nostro inviato da Palermo
Si dice certo che la Sicilia manterrà tutte le sue bandierine azzurre, Gianfranco Fini. Il presidente di An chiuderà la sua campagna elettorale oggi a Palermo. Fassino nella Sicilia occidentale, Fini tra Catania e Ragusa mettono in evidenza limportanza di questa consultazione. Per Fini non ci saranno sorprese: «Il governo Prodi non coglie le enormi potenzialità dellisola perché questa ha sempre voltato le spalle alla sinistra». Certo nellUnione sono molte le preoccupazioni, tanto che Piero Fassino al comizio di chiusura della campagna Ds a sostegno di Leoluca Orlando che non si fa vedere sul palco malgrado fosse atteso, arriva ad invitare al voto disgiunto sostenendo che «Orlando è il sindaco giusto per tutti gli elettori». Alla Cdl che ripete: «Da Palermo daremo un calcio al governo Prodi» il leader della Quercia replica: «Queste sono elezioni amministrative» quasi a esorcizzare i pericoli di una sconfitta annunciata.
Mentre in un albergo sono rintanati Follini, nel salone accanto Boselli, e Leoluca Orlando setaccia i quartieri popolari, Fassino chiude a Piazza Massimo, dove da anni ormai i Ds fanno i loro comizi. Lultima volta che osarono sfidare la piazza grande del centro, piazza Politeama fu con Occhetto alla fine degli anni Ottanta, da allora mai più. Mentre è nella grande piazza che Gianfranco Fini arriverà oggi pomeriggio per chiudere la campagna elettorale di An, sicuro di riempirla e di essere decisivo per la vittoria di Diego Cammarata. Da lì partirà un appello al voto anche perché Fini, già ieri a Catania, ha detto di temere molto lastensionismo: «Ci sono tanti elettori del centrosinistra che sono profondamente delusi. Sono convinto che ciò si rifletterà nella partecipazione alle urne». Di mattina unaltra sfida: il leader di An ha deciso di essere presente a Gela, dove si ricandida il sindaco uscente Rosario Crocetta, che si definisce di sinistra e non fa mistero di essere gay, appoggiato da tutto il centrosinistra. Lo sfidante sostenuto da Fini e dalla Cdl è Antonio Gagliano, un tempo assessore della giunta di sinistra, oggi candidato dallMpa.
È ricca di spigolature la competizione elettorale siciliana. A Palermo tra le liste minori apparentate ad Orlando appare la lista Garibaldi-Riformisti, di evidente riferimento alla Rosa nel Pugno delle ultime Politiche. Ieri uno dei promotori, il socialista Turi Lombardo, ha messo in palio tra i finanziatori la copia di una litografia autentica di Giuseppe Garibaldi, firmata da Bettino Craxi in persona che la regalò a Lombardo durante una sua visita ad Hammamet. Capolista dei Riformisti lavvocato Michele Costa, figlio del procuratore Gaetano Costa ucciso dalla mafia nel 1980. Michele Costa è stato anche assessore alla trasparenza della giunta Cammarata. Abbandona definitivamente Forza Italia e dichiara di votare per la lista Italia di mezzo di Follini il primo presidente della Regione di Forza Italia, Giuseppe Provenzano, il cui fratello è candidato nella lista centrista che sostiene Orlando. Altra transfuga è Cristina Matranga, un tempo deputata di Forza Italia, ora tra i sostenitori di Orlando.
Ad Agrigento, zona di competenza (politica) del governatore Cuffaro e del viceministro diessino Angelo Capodicasa, sino a oggi regno incontrastato della Cdl, pur di candidarsi il 35enne Marco Zambuto, di antica famiglia democristiana, ha lasciato il suo partito, lUdc, ed ora è appoggiato da Udeur e Democratici Riformisti, area Ds, e da una sua lista civica con molti ex-Udc. La Cdl candida Vincenzo Camilleri, un medico dellMpa, che ha il sostegno anche della lista Italiani nel mondo del senatore Sergio De Gregorio che sostiene il candidato del centrodestra non solo a Palermo ma anche a Favara e a Raffadali, il paese di Totò Cuffaro, dove il candidato sindaco della destra è il fratello, Silvio. A Lipari, 10mila abitanti, la Cdl si presenta con tre candidati diversi.
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