«Finiti in A2 per colpa del segretario Ora il rischio è perdere il pubblico»

da L’Aquila

A condannare L'Aquila rugby alla retrocessione, la prima dopo 42 anni, non è stato un placcaggio mancato di una terza linea. Il placcaggio mancato l'ha fatto il segretario della società: solo 11 giocatori di formazione italiana a referto, uno in meno di quanti ne prescrive la circolare informativa della Fir. Risultato: partita persa a tavolino più 4 punti di penalizzazione e porte aperte verso la seconda divisione. In città la rabbia è tanta. In piena campagna elettorale anche L'Aquila Rugby è finita tra i programmi dei candidati sindaci. Una rabbia che è andata anche lontano dalle falde del Gran Sasso visto il gran numero di giocatori aquilani costretti a cercare fortuna lontano dal nido neroverde. Tra i tanti, Carlo Festuccia, tallonatore azzurro ora al Gran Parma. Da avversario sul campo c'era anche lui in quel pomeriggio del 21 aprile al Fattori. Nella lista di gara dei neroverdi è apparso il nome del pilone italo sudafricano Lorenzo Bocchini, considerato "italiano" dai dirigenti abruzzesi. Sul campo il Parma aveva perso, e invece...».
«Sono stati superficiali - dice Festuccia -. Non ti puoi permettere di fare questi errori. Errori che ora condannano una società gloriosa come L'Aquila a ricominciare da capo dalla seconda divisione. Peccato perché mi dicevano che i dirigenti stavano facendo dei grandi progetti per la prossima stagione».
Da aquilano quale è la prima sensazione?
«L'amarezza è grande. C'è l'orgoglio dell'essere aquilano che è rimasto ferito. Ma c'è anche la voglia di rivedere L'Aquila al più presto nel Super10 anche se non sarà facile tornare subito in alto. Soprattutto se il pubblico si dovesse allontanare dagli spalti del "Fattori". Contro di noi, c'era tanta gente allo stadio. Non so se l'anno prossimo sarà ancora così».
L'Aquila è soprattutto un serbatoio di giovani talenti. Giocatori che tuttavia preferiscono andare a giocare fuori...


«All'Aquila non ci sono le fabbriche, manca quel tessuto imprenditoriale che c'è a Parma, a Viadana, a Treviso. Questo complica le cose. E non si retrocede perché si è la squadra peggiore, ma per una distrazione. Cosa che fa male».

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