Roma Conto alla rovescia per lacquisizione da parte di Finmeccanica della statunitense Drs Technologies. «Contiamo di chiudere entro 10 giorni», ha detto Pier Francesco Guarguaglini, numero uno della società di piazza Monte Grappa. Cè fretta di chiudere dopo il via libera giunto dalle autorità di Oltreoceano, il comitato interministeriale Cfius e lagenzia del Pentagono, il Dss, che devono autorizzare le operazioni su aziende di importanza strategica.
Finmeccanica pagherà 81 dollari ad azione (Drs ha chiuso a poco più di 80 dollari) sborsando 3,4 miliardi di euro, risorse che in parte saranno reperite attraverso laumento di capitale da 1,2 miliardi di euro (quasi il 27% del capitale attuale) che ha preso il via ieri. Il Tesoro garantirà 250 milioni di euro, con conseguente diluizione della quota di capitale in mano pubblica, che scenderà dal 33,7% al 30,2%. Laumento di capitale sarà completato, ha detto il condirettore generale Alessandro Pansa, «nel giro di tre settimane».
Il resto dei fondi arriva utilizzando buona parte del prestito fino a 3,2 miliardi di euro negoziato con un pool bancario. Solo il prossimo anno Finmeccanica potrà procedere al collocamento in Borsa di Ansaldo Energia, «entro la primavera», dice Pansa, operazione dalla quale si sperava di ottenere 800 milioni di euro, mentre tra la fine anno e primi del 2009 ci sarà una emissione di obbligazioni in dollari sul mercato americano, per un ammontare «superiore ai 500 milioni» e che potrebbe toccare quota un miliardo, a seconda delle condizioni del mercato.
La società potrebbe anche cedere alcuni assetti, compresa la partecipazione in STMicroelectronics, ma certo non agli attuali corsi borsistici. Finmeccanica, quindi, pagherà un conto leggermente più salato del previsto in termini di interessi, però beneficerà del recupero di valore del dollaro su euro, avendo già effettuato provviste in dollari al cambio 1,55, mentre oggi è a 1,35.
Per quanto riguarda la gestione di Drs e la protezione delle tecnologie sensibili di questa società, che lavora, tra laltro, per lintelligence e fornisce sistemi per le navi a propulsione nucleare, Washington ha trattato Finmeccanica (e lItalia) in modo davvero amichevole: nessun obbligo di cedere alcunché, le attività più critiche saranno segregate con una gestione separata, il proxy board, altre, comunque delicate, verranno gestite con lo schermo del Ssa, Special security arrangement, il resto, invece, non avrà vincoli particolari e potrà anche essere meglio integrato con Finmeccanica.
Difficoltà esistono anche per il trasferimento di tecnologie. In questo, Finmeccanica può usare le relazioni particolari tra Usa e Regno Unito di cui beneficia grazie alle sue attività britanniche e ora Guarguaglini cercherà di estendere questo regime privilegiato anche alla componente italiana.
In ogni caso i vantaggi derivanti dalla acquisizione di Drs sono più legati a una crescita di fatturato (Guarguaglini parla di almeno 500 milioni di dollari oltre la mera somma dei rispettivi fatturati) e dalla redditività a doppia cifra di Drs che a sinergie e taglio dei costi.
E, con Drs, Finmeccanica continuerà la sua internazionalizzazione: già sulla base dei dati 2007, la Finmeccanica post acquisizione ha ricavi di 15,7 miliardi di euro (la previsione il 2009 è tra 17,5 e 18,3 miliardi), per il 23% generati negli Usa. Guarguaglini dice che entro 4-5 anni il mercato americano sarà il principale per Finmeccanica. Intanto, il gruppo annuncia un accordo di partnership industriale tra Alenia Aeronautica e il fondo di Abu Dhabi ad azionariato pubblico Mubadala Development Company, «un partner prestigioso» (in Italia, tra laltro, socio al 5% della Ferrari), per produrre nella capitale degli Emirati componenti in materiale composito per laviazione civile.
Nei colloqui non è stata affrontata, dice il presidente e ad di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, la possibilità di un ingresso del fondo nel capitale di piazza Monte Grappa: «Non ce lo ha chiesto, se ce lo chiederà valuteremo questa possibilità».
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