Firme casa per casa e nei negozi per dire di no all’isola pedonale

Commercianti contrari: già partita la petizione. Residenti divisi. Ma per qualcuno così si risolverebbe il problema del parcheggio

Firme casa per casa e nei negozi 
per dire di no all’isola pedonale

Una petizione. Una raccolta firme per dire no all’isola pedonale di via Lanzone e dintorni. A promuoverla sono i commercianti della zona, che vivono in un difficile equilibrio tra affitti alti e crisi, con conseguente calo dei consumi. In quel labirinto di vie a impianto medioevale all’ombra della basilica di Sant’Ambrogio, si trovano laboratori artigiani, atelier e antiquari. Barbara Milani, fondatrice dello spazio Milani di via Camminadella è furibonda e ha deciso di farsi promotrice della raccolta firme nel quartiere per dire no all’isola. «Domani (oggi per chi legge, ndr) farò un giro tra i negozianti per organizzare una raccolta firme: qui rischiano di fallire negozi storici che sono un pezzo di Milano, impoverendo per sempre il tessuto della città». Ma la Milani critica anche l’estensione dell’area: «È una follia chiudere al traffico un’area così vasta: se è vero che queste vie non sono molto trafficate, è vero anche che sono fondamentali per decongestionare il traffico, che altrimenti si riverserebbe su via de Amicis e corso Genova». Venendo alle esigenze dei commercianti, lei che in questa zona lavora da trent’anni, aggiunge: «Le limitazioni al carico -scarico tra le 10 e le 12 ci hanno già complicato le cose, adesso ci mancava solo questa. Io e i miei colleghi, con cui ho già parlato in questi giorni, siamo contrari all’isola ma, qualora fosse necessaria, chiediamo un’assemblea pubblica con il consiglio di zona per trovare soluzioni che accontentino tutti».
Anche la titolare del bar di via Camminadella è preoccupata: «Abbiamo il problema del carico scarico-merci. Io lo faccio solo al sabato perché negli altri giorni è impossibile. Ora ci manca solo che chiudano la circolazione». Dello stesso parere il titolare del negozio di abbigliamento sportivo: «Spero proprio che la zona non venga chiusa, perderei molti clienti». Via Lanzone, Camminadella, via del Torchio e dintorni, infatti, non sono strutturate come vere e proprie vie commericiali. Le ansie e i timori dei negozianti derivano da qui: i milanesi non verrebbero mai passeggiare per guardare le vetrine come in via Dante. Come molto spesso accade in città il quartiere che un tempo ospitava la fiera degli Oh bej! Oh bej! è spaccato a metà: da una parte i commercianti e alcuni residenti contrari all’isola, dall’altra i favorevoli. Per alcuni abitanti l’unica preoccupazione è liberarsi dalla movida notturna: «Via Novati è un’unica discoteca, qui la notte non si dorme. Continuiamo a chiamare i vigili per fare segnalazioni, ma apparentemente non accade nulla». «Ci manca solo l’isola pedonale e passeremo tutte le notti insonni per la proliferazione dei locali» fa eco una passante.

«Il nostro problema è il parcheggio, la sera non si trova un buco dove mettere la macchina: la chiusura al traffico potrebbe risolvere il problema» dicono altri che si stanno organizzando per far valere le proprie ragioni - un posto dove parcheggiare - in Consiglio comunale.

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