(...) Eppure quelli della banda dAffori protestano. Vogliono i parcheggi perché, dicono, le stazioni del metrò portano auto, di gente che viene da fuori. Domanda: e cosa avrebbero fatto e detto se, insieme alla metropolitana, la MM avesse scavato per ricavare dei box sotterranei, o avesse costruito dei silos? Proteste, contro i disagi procurati dai lavori e contro le tariffe troppo alte dei parcheggi. E poi non ci sentiamo raccontare da decenni anche che i parcheggi portano altro traffico? Non è quello che continuano a ripetere i resistenti di piazza Lavater, che preferiscono il disordine attuale ad una piazza pedonalizzata, più verde e ordinata dopo un paio d'anni di fastidi?
È vero, certe vicende estreme di lavori durati tempi inaccettabili - un caso per tutti, piazza 25 aprile, per non dire, con le lacrime agli occhi, della Darsena - giustificano diffidenze e sfiducia. Ma allora della gente equilibrata e in buona fede protesterebbe contro i tempi dell'opera, non contro l'opera. In altre parole, perché la banda d'Affori, che ora strilla che vuole i parcheggi, non ha protestato prima per la durata dei lavori per la realizzazione di tre stazioni della metropolitana, quelli sì inaccettabili, 8 anni? Giacché ora, francamente, sembra velleitario sperare di costruire entro i prossimi 4 anni due intere linee, la 4 e la 5. E per piacere, lasciamo perdere i giapponesi che, terremotati, alluvionati e contaminati ricostruiscono un'autostrada in 6 giorni.
D'altra parte di cosa ci meravigliamo? Una celebrata archistar nostrana, Stefano Boeri, di buona famiglia e naturalmente di sinistra, tanto da essere candidato alle primarie del Pd e che - sia detto con un polemico inciso - il sindaco Moratti volle come suo principale collaboratore per progettare l'Expo, dice no al tunnel Linate-Rho Fiera, perché, secondo l'archistar, attirerebbe traffico. Con questo criterio non avremmo dovuto costruire il traforo del Sempione o perfino le autostrade. Ma questo è meglio dirlo piano, meglio non ricordarlo a certa gente giacché negli anni '80 la sinistra riuscì a imporre una legge che bloccava la costruzione di autostrade e così il Paese europeo con la più estesa rete autostradale, l'Italia, in una ventina d'anni accumulò un disastroso ritardo. Ma se si protesta contro quello che si fa e contro quello che non si fa, perché non ci sono i parcheggi e perché si fanno i parcheggi, perché le strade sono piene di traffico e perché si scavano gallerie per mandarle sotto la superficie; e ,soprattutto, se ciascuna di queste proteste ha solo motivazioni politiche, partitiche, faziose ed elettorali, non possiamo certo sperare di rimediare al nostro disastroso ritardo infrastrutturale.
Ora Boeri protesta pure perché invece degli orti che aveva progettato (che gli avevano lasciato progettare) per l'Expo si pensa a qualcosa di più concreto e attrattivo, come la tecnologia e la scienza. Computer invece di zucchine e peperoni. Lasciamolo protestare: contro il tunnel e a favore dei suoi orti e facciamo quello di cui Milano ha bisogno.
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