Fontana difende il Nord: "Stufi di prendere sberle"

Il governatore alza la voce su autonomia e fondi. Salvini a Romeo: "Vincere a Lodi, Mantova e Milano"

Fontana difende il Nord: "Stufi di prendere sberle"
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«Dopo trent'anni, a sto giro la portiamo a casa l'autonomia, costi quel che costi, per il bene dei lombardi e di tutti». Parola del vicepremier e leader Matteo Salvini al congresso regionale della Lega Lombarda che ieri ha eletto per acclamazione Massimiliano Romeo nuovo segretario regionale. Il capogruppo in Senato prende il posto di Fabrizio Cecchetti. Conta evitata in extremis grazie al «passo di lato» del presidente dei Giovani e deputato Luca Toccalini. Ma le polemiche non sono mancate. Su autonomia e trattamento riservato alla Lombardia «anche da esponenti del nostro partito che rappresentano altre zone» non ha fatto sconti il governatore Attilio Fontana. L'autonomia, ha detto, «la dobbiamo avere come diciamo noi, non con i lacci e lacciuoli che ci vogliono imporre da Roma. Torniamo a parlare di federalismo, torniamo anche a parlare di Padania Libera se è il caso. Dobbiamo far capire a Roma che la Lombardia sta ancora tirando la carretta per conto del Paese e oltre un certo limite non siamo disposti ad andare, non siamo più disposti a subire certe prevaricazioni. Non possiamo essere gli unici che tengono su la baracca e prendono le sberle». E sottolinea: «Qualche nemico c'è anche nella Lega, perchè quando vedo certi emendamenti firmati da alcuni rappresentanti di altre zone, che vanno a danno della Lombardia, io mi incazzo come una bestia». Anche Romeo ringrazia il leader ma insiste sulla questione Nord: «Matteo, io sono sempre stato leale con te ma se non parliamo più del Nord qui i voti non li prendiamo più. Una corrente del Nord l'ha fatta pure Forza Italia, Bossi creò ai tempi una corrente indipendentista con a capo Borghezio perché Roma un po' bisogna spaventarla. Non ci dobbiamo snaturare».

Salvini sul palco dell'hotel Sheraton San Siro difende la linea: «La Lega Lombarda esiste da 40 anni e non ci sono mai stati nella storia cinque ministri lombardi. Su una scelta non torno indietro: i colori e i nomi si possono adeguare, ma l'Alberto da Giussano lì è e lì rimane finchè campo» e «la scelta di un movimento nazionale è giusta per il Paese ed è utile per la Lombardia, perchè se oggi stiamo battagliando tra mille problemi è perchè la Lega ha cento parlamentari e cinque ministri lombardi, altrimenti faremmo la correntina di altri partiti nazionali e non ci interessa o il dopolavoro di quelli che vengono a parlare di Nord a casa di gente che per il Nord rischia di andare in galera». Affida al neo segretario le prime battaglie elettorali: «La Lega e il centrodestra non amministrano i capoluoghi e dobbiamo capire perchè. I primi obiettivi sono Lecco e Mantova nella primavera del 2026 e poi, partiamo lunghi: l'obiettivo della Lega Lombarda è Milano nel 2027. Dopo Giuliano Pisapia e Beppe Sala sindaci, anche basta. A Massimiliano chiederò di essere sempre più presenti, sempre più attenti, sempre più compatti e da milanese pensare già ora per allora alla squadra, al programma e al candidato migliore per rilanciare Milano». E manda un messaggio forte e chiaro: «Il confronto interno in sezione è sacro e sacrosanto, utile e positivo.

Quando non si fa più confronto interno e si va a sputtanare un altro militante sui giornali, non è più confronto interno ma mancanza di rispetto per il sacrificio dei militanti. Quella è un'altra roba». A Romeo augura «buon lavoro» il coordinatore regionale di Forza Italia Alessandro Sorte, «lavoreremo insieme per un centrodestra lombardo sempre più unito e sempre più forte».

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