(...) Un edificio acquistato dall'università di Genova il 27 maggio 1996 dalla società Europa 2000 srl per la «modica» cifra di 20 miliardi 27 milioni e 700mila di vecchie lire. Un edificio utilizzato solo in parte al pian terreno dalla facoltà di Medicina e rimasto «inagibile» e abbandonato nei piani superiori. Stanze dimenticate, vecchie scrivanie ribaltate e distrutte, vetri rotti, evidenti infiltrazioni alle pareti, soffitti con intonaci scrostati, fili elettrici pericolosamente non protetti, tracce di topi e numerosi nidi di volatili. Impietosi segni lasciati dall'incuria del tempo, aggravati da inqualificabili atti vandalici.
Questa è l'ex Saiwa, e non troppo differente la situazione all'ex saiwetta. Edificio acquistato sempre nel '96 dalla stessa società per un ulteriore investimento di 5 miliardi e 474 milioni sulle spalle dell'Ateneo. Edificio però, mai utilizzato e su cui, da pochi giorni, l'università ha deliberato la messa in vendita.
Il prorettore Adriano Giovanelli non usa mezze parole nel commentare queste immagini rintracciate dal Giornale: «Uno scandalo ereditato dal passato, una di quelle assurde inadempienze per cui adesso l'università sta cercando di trovare una soluzione». Il rettore Gaetano Bignardi allarga le braccia, consapevole che l'edificio rappresenti uno dei tasti dolenti per l'università. E prova a far chiarezza: «Premetto che non c'è mai stata una richiesta formale di utilizzo da parte di alcun consiglio di facoltà - precisa il magnifico - ma è impossibile negare che un problema esista».
Tanto che Bignardi estende la questione anche ad altre strutture acquistate negli anni passati dall'università di Genova e mai utilizzate: «Purtroppo foto analoghe si sarebbero potute scattare nei piani alti dell'albergo dei poveri, nell'ex magistero di corso Monte Grappa, e nello storico e gigantesco palazzo dell'Nbic». Tutte strutture messe nel dimenticatoio, nonostante in questi anni l'ateneo genovese si sia trovato in carenza di aule ed edifici e stia continuando a versare fior fior di quattrini per più che onerosi affitti.
Restano quindi da chiarire le ragioni di questa situazione. Il problema lo anticipa Giovannelli: «Negli ultimi 15 anni si sono fatte una serie di acquisizioni in modo non razionale per cui oggi ci troviamo ancora a pagare significativi mutui». E lo conferma il rettore: «Queste spese arretrate continuano a pesare sul bilancio dell'ateneo e non ci consentono grandi spese». Anche se, Bignardi ricorda pure i lavori fatti, come il recupero della clinica oculustica, edificio non utilizzato da anni e rimesso in servizio a fine novembre 2006.
Il preside della facoltà di Medicina Giacomo De Ferrari invece, attacca: «Un'azienda che funziona però dovrebbe programmare con una certa rapidità. Quando si è capito due, tre anni fa, che non ci sarebbero stati i soldi per costruire all'ex Saiwa laboratori di ricerca per la medicina sperimentale - scopo per cui era stata acquistata - allora si sarebbero dovuto mettere a posto la struttura come un nuovo polo didattico». Ma anche per questo, secondo il rettore, servono almeno dai 5 agli 8 milioni di euro.
«Prima di grandi spese, per evitare di commettere gli errori che sono stati fatti in passato, serve pianificare la riorganizzazione di tutti gli edifici e di tutte le facoltà con uno sguardo al lungo periodo». E sugli errori passati sono in molti a storcere il naso e a chiedersi il perché del repentino dirottamento dei fondi governativi. Quelli che sembravano destinati all'albergo dei poveri, e che poi, invece, sono stati utilizzati per il grandioso palazzo dell'ex Eridania per Scienze della Formazione. «Non dobbiamo ragionare per spot ma cercare di trovare una visione d'insieme per il riassetto delle strutture» ribadisce Giovannelli.
Così, mentre Bignardi e Giovannelli sorridono all'idea di Medicina agli Erzelli (proposta lanciata dal preside della facoltà De Ferrari e ribadita al Giornale: «Se l'ospedale del ponente venisse localizzato agli Erzelli non sarebbe un'idea da scartare»), sembrano invece chiare le intenzioni di voler recuperare la struttura di 50mila metri quadrati dell'albergo dei Poveri per cui si parla di un polo umanistico con Scienze Politiche, Giurispondenza e forse anche Economia e Commercio. «Ma della riorganizzazione ne dovremo discutere con i presidi e nei vari organi universitari, illustrando loro tutti i problemi di oggi» ribadiscono entrambi.
Tra le cose da discutere anche la possibile vendita del palazzo Belimbau, palazzo recentemente ereditato dall'ateneo. «Un'ipotesi non vera ma verosimile» premette Bignardi, anche se, entrando nel palazzo ereditato da Rossanna Iannoni, i lavoratori ricordano come la nobil donna non intendesse lasciare in eredità un palazzo per metterlo in vendita, cosa che avrebbe potuto fare lei stessa ancora in vita, che invece si era adoperata per ridar vita a questo splendito palazzo dei Rolli.
Il rettore intanto annuncia: «Abbiamo appena terminato lunghi sopralluoghi e studi su tutte le strutture ed entro una decina di giorni presenteremo una prima ipotesi per il piano di rientro».
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