Il rapporto Enea sulle fonti rinnovabile 2010 «Per lo sviluppo di una filiera industriale delle rinnovabili in Italia» è stato presentato in uno scenario inconsueto, la sede della Confindustria allEur. Espressione tangibile di una contiguità fra mondo della ricerca e delle imprese che fa ben sperare per lo sviluppo delle rinnovabili.
Un protocollo dintesa appena siglato da Enea e Confindustria mira a promuovere un rapporto più stretto fra la ricerca e il sistema industriale per rendere sempre più veloce lo scambio di innovazioni dal settore scientifico a quello produttivo nel campo del solare termodinamico, fotovoltaico, eolico, biomasse.
Lobiettivo comunitario ha assegnato allItalia per il 2020 una copertura del 17% dei consumi finali da fonti rinnovabili. Unopportunità e uno stimolo alla diffusione di nuove tecnologie per le aziende, perché non ci si debba più rivolgere all'estero, e «alletica della responsabilità per le regioni», che hanno un ruolo di primo piano nel campo, precisa il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia.
Accanto a un uso più razionale dellenergia, le fonti rinnovabili sono la chiave per uno sviluppo economico di tipo sostenibile in unepoca dincertezze per la situazione internazionale, aumento dei costi, crescente livello delle emissioni, dipendenza dallestero, rischio climatico.
«Lurgenza è il clima, non lesaurimento delle fonti fossili» afferma Tullio Fanelli commissario dellAutorità per lenergia elettrica e il gas.
«Nel nostro paese le energie rinnovabili si possono sviluppare moltissimo», spiega il commissario Enea Giovanni Lelli. «Nel 2009 è stata installata in Italia tanta potenza fotovoltaica doppia di quella che cera prima. È stata installata più potenza in Italia nel 2009 che in tutti gli stati Uniti».
«Per leolico lItalia - sottolinea ancora Lelli - è diventato il terzo paese per potenza europea installata e per potenza presente nel paese. Per lottenimento di etanolo da biomassa di scarto stiamo dando vita a una tecnologia che permetterà alle nostre imprese di sviluppare una vera green economy. Infine cè il solare termico, lo sfruttamento del calore del sole, un settore dove con un po di incentivi sarà possibile un grosso sviluppo. Ritengo - conclude il commissario dellEnea - che nel breve termine valgano efficienza energetica e fonti rinnovabili e nel medio-lungo termine il nucleare».
La Regione Lazio ha un piano dazione al 2020 molto ambizioso, ricorda Carlo Manna responsabile dellufficio studi dellEnea. In pratica «lancia il cuore al di là dellostacolo», stabilendo linee guida per un piano di azione, che in mancanza di una conferenza di servizi, di investimenti adeguati, rischia di di rimanere un fatto teorico.
Nonostante questo, anche nel Lazio, dove nel settore delle energie rinnovabili operano imprese in grado di offrire servizi adeguati, il fotovoltaico, finanziato dai privati tramite il conto energia, ha segnato nel 2009 un balzo notevolissimo passando da 18 a 60 megavatt.
Il quinto rapporto «comuni rinnovabili» di Legambiente registra una crescita senza precedenti per tutti i tipi di impianti.
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