La storia è presto detta. Eravamo giovani quando leggevamo Roberto Longhi e scoprivamo che un'opera a lungo attribuita a Caravaggio, il Suonatore di tiorba della Galleria Sabauda di Torino, era in realtà opera di Antiveduto Gramatica. Era uno dei tanti prodigi di quell'occhio curioso ed esercitato che aveva riconosciuto nella tela torinese il frammento di una composizione musicale a tre figure di cui, nel 1922, era emersa una copia attribuita a Simone Cantarini. La copia fu poi pubblicata da un autorevole studioso, Richard Spear, che stabilì per primo il collegamento tra il suonatore e un dipinto appartenuto al cardinal Del Monte. La seconda parte dell'originale, con due figure, era ritenuta dispersa.
Ora questo secondo dipinto è riapparso in una collezione greca e riconosciuto grazie all'intuito del mercante londinese Derek Johns. Da questi è stato affidato agli antiquari Caretto e Occhinegro di Torino che, dopo averlo esposto a Mastricht, lo hanno offerto alla Galleria Sabauda. Questo è il percorso della scoperta fino alla conferenza stampa del 28 febbraio scorso in cui si annuncia «una straordinaria nuova acquisizione»: «Il Concerto a due figure di Antiveduto Gramatica (1569-1626), recentemente acquistato dal Ministero della Cultura - Direzione Generale Musei, entra a far parte delle raccolte dei Musei Reali».
La tela, accostata al Suonatore di tiorba, ricompone l'impianto figurativo del dipinto La Musica, registrato nel 1627 nell'inventario della raccolta romana del cardinale Francesco Maria Del Monte, amico e collezionista di Caravaggio. Nessun dubbio che la ricomposizione sia una legittima tentazione, tanto da far dichiarare: «I due frammenti, riuniti così dopo quattro secoli e databili entro il primo decennio del Seicento, permettono di apprezzare uno dei vertici giovanili dell'attività del Gramatica, di grande raffinatezza nella resa delle figure e dei panneggi, nella qualità cromatica dei bruni e dei colori accesi, nella precisa e fedele restituzione degli strumenti musicali, caratteri in cui si manifesta l'adesione al nuovo linguaggio introdotto da Caravaggio. L'opera è particolarmente significativa anche in relazione alla fortuna che, all'inizio del Seicento, riscuote il tema della musica, a Roma come alla corte sabauda: nella figura del suonatore di tiorba o di arciliuto, come ritengono alcuni musicologi, andrebbe riconosciuto il celebre compositore di musica da camera Cesare Marotta (o il collega Vincenzo Pinti, Cavaliere del liuto), mentre la figura femminile potrebbe essere identificata con la moglie di Marotta, Ippolita Recupito, sublime interprete del canto monodico, apprezzato dal cardinale Del Monte».
Le mie conclusioni sono particolarmente severe. Descrivono la situazione dalla parte del Ministero, coinvolto nell'acquisto, anche se si tratta di un atto perfezionato nel settembre del 2022, alla fine dell'epoca Franceschini, presumibilmente inconsapevole della procedura amministrativa.
Ora, alle spalle dell'attuale amministrazione, all'insaputa del ministro e del sottosegretario che è stato informato dalla stampa torinese, i Musei Reali di Torino, organo che si ritiene evidentemente indipendente dallo Stato, ha presentato la modesta, definita straordinaria, acquisizione, del ritrovato Concerto a due figure di Antiveduto Gramatica, asseritamente acquistato dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Musei, con il parere positivo del Comitato tecnico-scientifico. Si può dunque immaginare che l'entusiasmo dei responsabili dei Musei Reali di Torino sia l'espressione di una ingenua euforia per avere ricomposto i due frammenti, senza preoccupazioni economiche. La richiesta, a quello che è dato sapere, è stata di 1 milione di euro, scesi a 350mila euro.
Trattandosi di un frammento, sia pure collegato a un'opera presente nei Musei Reali di Torino, il valore di mercato congruo di un Antiveduto Gramatica, a tutti i riscontri, non può superare i 100mila euro (si vedano il Davide trionfante con la testa di Golia, integro, apparso presso Sotheby's il 4 luglio del 2019 e venduto a 89mila euro; la Maria Maddalena e i due angeli venduta da Hampel il 3 dicembre del 2020 a 49mila e 700 euro; la Sibilla Tiburtina, apparsa da Pandolfini nell'ottobre del 2022, a 12mila euro; la Salomè, apparsa da Sotheby's l'8 dicembre 2016 a 70mila e 458 euro).
Non si capisce quindi la legittimazione, da parte del Comitato tecnico-scientifico, per un prezzo fuori dai parametri internazionali, e speso sul mercato più costoso del mondo, dopo anni di mortificazione del mercato italiano con vincoli e notifiche di quadri che non si acquistano, d'interesse ben superiore. Mi riferisco, per esempio, al dipinto di Pietro Paolini, notificato a Torino all'antiquario Marco Voena. Come si può, a queste condizioni, ritenere «straordinaria» l'acquisizione del frammento di Antiveduto Gramatica, arbitrariamente definito «capolavoro»?
Questa la situazione.
Straordinaria invece è, in coincidenza con questa occasione, l'apparizione di un'altra variante del Concerto, integra e di dimensioni simili. Con una quarta figura e un più armonioso scambio di sguardi. Naturalmente la richiesta è inferiore. Che dire?
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