Alla Francia basta mezz’ora, l’Italia ovale si è già sgonfiata

RETROMARCIA Divario netto tra le due squadre. Il ct Mallett corre ai ripari troppo tardi. Si salva Canavosio

ParigiLa Francia ci rispedisce sulla terra. Sei mete a 2, per un 46 a 20 che non ammette scuse. Ai galletti bastano venti minuti e tre mete per mettere le mani sul Sei Nazioni 2010. Tutto facile. Una partita a senso unico con gli azzurri costretti a guardare (e a vedere) le stelle. Partita decisa sin dai primi minuti. Netto il divario con i transalpini che muovono il pallone, rischiano e sul campo fanno male. Morgan Parra fa disastri in mediana, Tebaldi se lo fa sfuggire quando parte per linee interne per lanciare Harinorduquy verso la prima meta del festival transalpino. Alla fine Mallett - non esente da responsabilità - dovrà anticipare la staffetta con Canavosio per l'evidente difficoltà del mediano parmigiano. Ma la lezione di rugby del primo tempo passa anche per l'eccessiva permeabilità della difesa azzurra che lascia fare. Parra va a nozze con gli spazi che si aprono a ridosso del pack. Basta allargare il gioco per linee esterne e innescare i contrattacchi di un superbo Pointrenaud per punire in successione con Marty.
È un'Italia indisciplinata, che invano cerca la profondità ma concede troppo. Giù sul piano fisico - un allenatore se ne dovrebbe accorgere -, ma poi finiamo per pagare dazio anche sul piano della disciplina. Garcia si fa mandare fuori per un placcaggio in ritardo su un'incursione di Andreu. Ad accorciare il passo ci pensa solo il piede di Mirco Bergamasco che a cavallo tra il primo e il secondo tempo infila due piazzati che ai francesi fanno solo il solletico. La croce resta soprattutto la tenuta difensiva. Mallett con la meta di Andreu paga la giornata no della coppia Garcia-Canale. Poi è Jauzion a firmare il quinto sigillo con la solita incursione di 40 metri che sfugge anche all'ultimo placcaggio di un meccanismo difensivo che fa acqua. E allora il coach sudafricano il bianchetto sui propri errori comincia a stenderlo a partita virtualmente conclusa. Con la Francia che - bontà sua - non infierisce. Così l'Italia accorcia, segna sul finale, regala una fiammata a cose fatte. Ma è la zolletta di zucchero che non addolcisce il boccone amaro. Segna con Del Fava, dopo una bella fuga di Derbyshire.

Segna ancora con Canavosio, due mete in due partite per il mediano di Viadana, l'unico a salvare la faccia nel naufragio contro lo scoglio francese. Un passo indietro, forse anche due, aspettando sabato prossimo il Galles al Millennium.

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