da Parigi
In settembre verrà costituita una commissione parlamentare di inchiesta destinata a chiarire il primo mistero dellepoca Sarkozy: la relazione tra il rilascio, una dozzina di giorni fa, delle infermiere bulgare e un maxi-contratto per la vendita darmi francesi alla Libia. Ieri lopposizione socialista ha chiesto la creazione di questa commissione dinchiesta e il presidente Nicolas Sarkozy, prima di partire per una vacanza negli Stati Uniti, ha risposto positivamente, dicendo di voler dissipare ogni dubbio da quella che lEliseo continua a descrivere come unoperazione puramente umanitaria. La tesi dellEliseo è che la Francia non ha nulla da rimproverarsi e che alla fine questa polemica si rivelerà una tempesta in un bicchier dacqua.
Per adesso la tempesta di polemiche assomiglia piuttosto a un temporale estivo. È stato Saif al-Islam Gheddafi, trentaquattrenne figlio del leader libico, a rivelare a Le Monde lesistenza di un impegno di Parigi per la vendita di una partita di missili anticarro al regime di Tripoli. Lo stesso Gheddafi jr ha messo questo accordo in relazione diretta col rilascio delle infermiere bulgare, che avevano trascorso anni di carcere sotto lassurda accusa di aver inoculato il virus dellAids nel sangue di molti bambini libici.
Latteggiamento di Sarkozy è sempre stato lo stesso: non cè stata alcuna contropartita, eccezion fatta per i precedenti impegni dellUnione europea a proposito di un indennizzo alle famiglie di bambini libici ammalati. Ieri è tuttavia giunta - prima da Tripoli e poi da Parigi - la conferma dellesistenza di un accordo per la vendita dei missili. Il gruppo aeronautico franco-tedesco Eads cederà a Tripoli missili anticarro «Milan» per un valore di 168 milioni di euro. Un business militare di rilievo, a cui potrebbero seguire altre iniziative del genere.
La circostanza provoca polemiche in Francia sia per lapparente contraddizione delle fonti ufficiali di Parigi, che continuano a negare il nesso tra vendita darmi e rilascio delle infermiere, sia a causa delle tensioni che negli anni Ottanta avevano visto i due Paesi sullorlo della guerra: il colonnello Gheddafi appoggiava le forze ribelli del Ciad, Paese in cui la Francia inviò un contingente militare operativo. Adesso che è tornato il sereno nelle relazioni franco-libiche il regime di Tripoli non minaccia più gli interessi francesi in Ciad, ma chiede unapertura di credito (credito politico prima ancora che finanziario) e vuole investire in armamenti una parte sostanziosa dei propri introiti petroliferi.
Dal canto suo, la Francia assiste con sospetto ai tentativi americani per vendere crescenti quantitativi darmi al mondo arabo. È dunque plausibile che il governo di Parigi abbia favorito il contratto tra Eads e la Libia per la vendita dei sofisticati missili «Milan».
La posizione ufficiale francese è riassunta da queste parole del ministro della Difesa Hervé Morin: «I contatti a proposito della vendita darmi erano già in corso e capita spesso che il viaggio di un presidente, benché destinato ad altri scopi, crei un clima favorevole alla conclusione di una serie di accordi».
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