Presidi come manager per dirigere le scuole francesi del futuro. È questo l'obiettivo degli stessi dirigenti scolastici e dei loro sindacati, che insistono per avere alla guida degli istituti pubblici figure con sempre più ampi poteri amministrativi e gestionali, ma anche di selezione del personale e di controllo dei programmi didattici.
Insomma, come dice il quotidiano Le Figaro, veri e propri manager. Un passo che - secondo il Snpden-Unsa, uno dei maggiori sindacati dei presidi- è reso ancora più «necessario» dalla recente riforma dei licei e delle scuole medie attuata dal governo del presidente Nicolas Sarkozy. La Francia guarda così al modello anglosassone: meno Stato, più autonomia.
Per guidare le scuole del futuro, i candidati dovranno superare un concorso, che prevede, tra l'altro, un test su qualità gestionali, capacità organizzative, risoluzione di situazioni difficili, e stage di responsabilizzazione.
«Oggi siamo in una fase intermedia», dice Philippe Tournier, segretario generale del Snpden-Unsa che sostiene da sempre l'autonomia e il ruolo pilota dei presidi. Per lui, «siamo ancora in un sistema dove si considera lo Stato garante dell'organizzazione di ogni scuola. Ci sono voluti vent'anni per imporre le idee dell'autonomia e della governance».
Ufficialmente in Francia le scuole sono autonome dal 1985. Ma c'è voluta la legge sul 2005 per introdurre la nozione di «progetto d'istituto» e la possibilità dei presidi di creare il proprio liceo dei sogni. L'ultima riforma sotto il governo Sarkozy ha poi contribuito a dare il resto, potenziando ancora di più il ruolo dei presidi nella gestione della scuola e del suo personale. Tanto che oggi il preside manager è già una realtà in un centinaio di scuole.
Ma il progetto non piace a tutti. Tra i primi a essere preoccupati per quest a rivoluzione sono gli insegnanti, che temono favoritismi e progetti didattici concentrati soltanto su tematiche alla moda, come ad esempio lo sviluppo sostenibile o l'ambiente. Oltre a intervenire sui programmi scolastici i nuovi presidi-manager potranno anche esprimersi su votazioni e condotta degli alunni, un dominio riservato finora ai professori.
Per lo studioso Daniel Arnaud, specialista di tematiche legate alla scuola, questa riforma «va nella direzione della creazione di signorotti locali nel loro feudo».
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