«Giusto mantenere viva la memoria sull`omicidio di Fausto e Iaio, noi familiari crediamo ancora in un processo per avere giustizia. Perché è tutto chiaro: chi siano gli esecutori materiali si sa, basta solo la volontà di riaprire il caso». A dirlo Bruno Tinelli, fratello di Fausto, il militante del centro sociale Leoncavallo ucciso nel 1978 insieme a Lorenzo Iannucci. Ieri era con Paola Frassinetti che ha deposto un mazzo di fiori sotto la targa al Liceo Brera di via Hajech e da lei stessa fatta apporre da assessore all'Istruzione della Provincia nella giunta Colli. Un omaggio promesso dall'oggi sottosegretaria del governo il giorno in cui all'Istituto Molinari aveva portato un simile mazzo per ricordare Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Giuventù sprangato a morte tre anni prima.
«Questo 18 marzo sono stati 45 anni e ancora non abbiamo avuto giustizia. Ringrazio le istituzioni, qualsiasi sia il colore: strisce, quadretti, rosso, bianco o nero», le parole del fratello a stroncare qualsiasi possibilità di polemica dopo le critiche piovute da sinistra contro Frassinetti per il duplice omaggio. Con Emilia Ametrano, preside del Brera, a dire che «da dirigente dell'istituto voglio veramente ringraziare l'onorevole Frassinetti per essersi ricordata di questo alunno trucidato in circostanze tragiche».
La famiglia Tinelli, quindi, non si arrende e a oggi sta «lavorando proprio per aprire una commissione che dopo 45 anni possa fare luce» su quanto accaduto. «Chi conosce la storia - spiega il fratello - sa come sono andati i fatti, sa i depistaggi e sa tutto quello che abbiamo subito. Ne abbiamo subite di ogni, sarebbe ora che qualcuno facesse qualcosa per questi due ragazzi uccisi a 18 anni. Al di là della politica». A chi gli ha chiesto se gli abbia fatto piacere il ricordo di oggi, Tinelli ha risposto «assolutamente». La sera dell'omicidio «ero rimasta colpitissima - gli fa eco Frassinetti -, era stato appena rapito Moro, era un periodo particolare, frequentavo Giurisprudenza e mi colpì tantissimo la morte di questi ragazzi così impegnati nel sociale. Ci fu una tremenda guerra tra giovani, il mio è solo un monito affinché non accada mai più che dei ragazzi si ammazzino». Poi lo stop alle polemiche spicciole della cronaca e a chi le chiede se il Fascismo sia il male assoluto. «Non c'entra niente con quello che sto facendo, non voglio parlare di storia, né di Fascismo. Sono qui per commemorare Tinelli, già da solo questo gesto parla delle mie sensibilità contro ogni violenza».
Rifiutandosi di inerpicarsi «in discussioni storiche che non mi competono», dopodiché «oggi il governo è qui a commemorare questo ragazzo di sinistra ucciso. Prendiamolo come uno spunto positivo invece di andare a cercare sempre cose che dividono». Prossimo appuntamento ai Giardini Ramelli il 29 aprile. «Apprezzo che il sindaco Sala sarà anche quest'anno con noi» assicura Frassinetti.
E sulle dichiarazioni del sindaco su un governo che vuole riportare l'Italia al passato consegnate domenica alla trasmissione di Lucia Annunziata e al pericolo di un Fascismo che ritorna, la sottosegretaria del governo aggiunge che «bisogna cercare di superare quel periodo, io parlo degli anni Settanta che sono quelli che ho visto. Ed evidentemente questo mio gesto di oggi va completamente in senso contrario».
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