Fungo magico in Tibet. I cinesi lo usano per doparsi

Venne impiegato la prima volta nel mondiale ’93: fece vincere tre donne prima sconosciute. Ora può diventare la star di Pechino 2008

Si chiama Yarchagumba ed è l’ultimo asso nella manica per aumentare le prestazioni degli atleti cinesi in vista delle prossime Olimpiadi. Dopo la polemica dei giorni scorsi sul doping invisibile basato sull'utilizzo di cellule staminali somministrate per endovena agli atleti cinesi, ora sono i funghi dopanti a fare crescere i sospetti sulla regolarità nella preparazione degli atleti di Pechino. Yarchagumba, infatti, è il nome che viene comunemente dato al fungo prodotto dai bruchi di una larva che cresce prevalentemente sull'altipiano del Tibet e sui monti dell’Himalaya, ad un’altezza compresa tra i tremila e i cinquemila metri.
Il fungo, il cui nome scientifico è Cordyceps sinesis, si trova prevalentemente su territorio indiano e da qui viene contrabbandato in Cina. Grazie alle sue qualità rigeneranti è stato usato per 1500 anni nella medicina tradizionale cinese e tibetana. Gli effetti del fungo sono noti da tempo alle popolazioni che vivono nel Tibet e nella provincia cinese del Qinghai: una zuppa o un tè contenente estratti di Yarchagumpa aiutava a migliorare la resistenza, la capacità polmonare e la funzionalità dei reni. Con benefici effetti anche sull’attività sessuale.
L’esordio del fungo nelle competizioni sportive risale all'agosto del 1993, ai campionati del mondo di Stoccarda. Il fungo catturò l'attenzione del pubblico e delle autorità sportive: tre donne provenienti dalla provincia nord-orientale cinese del Liaoning, fino a quel momento totalmente sconosciute al mondo dello sport, vinsero tre medaglie nei tremila e nei diecimila metri. Un mese dopo, ai campionati nazionali cinesi, infransero alcuni record mondiali: Wang Junxia, che aveva vinto l'oro in Germania nei diecimila metri, bissò la sua prestazione e vinse anche nei tremila. Non solo: in tre gare migliorò il record del mondo altrettante volte.
A svelare alcuni particolari della preparazione atletica fu l'allenatore delle tre mezzofondiste: Ma Junren, accusato di avere somministrato sostanze proibite alle proprie atlete, si era difeso spiegando che il successo delle sue atlete era dovuto principalmente alle estenuanti sedute di allenamento ad alta quota a cui le sottoponeva. Nell’occasione, fece menzione anche di uno strano cocktail preparato con sangue di tartaruga e funghi di larve. L’ascesa delle tre atlete nell’olimpo dello sport professionistico venne, però, fermata dai controlli anti-doping: nel loro sangue furono trovate tracce di sostanze che aiutavano a migliorare le prestazioni sportive. Lo scandalo si ripetè anche alle Olimpiadi di Sidney nel 2000, quando 27 atleti cinesi furono ritirati dalle rispettive categorie dal governo dopo l'esito positivo agli esami anti-doping. Tra questi, c’erano anche sei mezzofondiste allenate da Ma, che si difese imputando l’alta velocità delle sue atlete più all'utilizzo di steroidi che al cocktail a base del fungo Yarchagumba.
Alla vigilia delle tanto attese Olimpiadi cinesi, Pechino non demorde e continua a confidare nelle proprietà del fungo di larva d’alta montagna.

I problemi per la squadra olimpica cinese, che ha annunciato nei giorni scorsi ricompense record per gli atleti che vinceranno l’oro nelle rispettive discipline, sembrano altri, in questo momento: l’ex primatista nei centodieci metri a ostacoli, Hu Xiang, oro ad Atene nel 2004, è in forte ritardo nella preparazione per un problema agli adduttori; il cestista Yao Ming, stella del Nba e portabandiera della squadra olimpica alle prossime Olimpiadi, soffre ancora per il piede fratturato. Due simboli che rischiano di non soddisfare le attese dei leader di Pechino. E per loro, un fungo non basta.

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