FUORI DALLA NOTIZIA - Stonehenge e quella lettera venuta da lontano

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.

La notizia. Un druido che per 10 mesi ha vissuto nei pressi del circolo di pietre di Stonehenge per manifestare contro i limiti imposti all'accesso al sito archeologico, vi è stato allontanato.
King Arthur Pendragon, questo il nome che il 55enne - vero nome John Rothwell - ha scelto nel 1976 in onore di Re Artù, sostiene che la gente dovrebbe essere libera di avvicinarsi alle antiche pietre e di toccarle e che la recinzione eretta intorno ad esse ha un impatto negativo sul loro presunto potere magico. Il druido ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di andarsene e che si appellerà al verdetto emesso dal tribunale di Salisbury. «Mi appellerò a qualsiasi corte che vorrà ascoltarmi e riuscirò ad annullare questo verdetto. Nel frattempo, continuerò con la mia protesta e domani sarò di nuovo là nonostante tutto», ha detto Pendragon, che intende inoltre candidarsi alle elezioni locali. (fonte: Ansa, 28 aprile 2009)

Fuori dalla notizia. «Quel ragazzo, forse avrà esagerato, con la sua clamorosa protesta. Ma ha ragione». A difendere John Rothwell, alias King Arthur Pendragon, il druido recentemente allontanato dal sito di Stonehenge dopo 10 mesi di... sit-in, è sceso in campo nientepopodimeno che il mago Merlino. Una lettera del sapiente (che può essere considerato il... nonno di re Artù, avendo con un incantesimo fatto giacere insieme Uther Pendragon e Igraine, i genitori di Artù) è stata pubblicata ieri da The Guardian. Nella missiva, giunta via e-mail dall'indirizzo superfantastory@roundtable.org, Merlino non soltanto difende il neopagano mister Rothwell, ma spiega anche che la recinzione eretta intorno alle pietre sacre di Stonehenge per proteggerle dai visitatori sta davvero causando, come paventato dal suddito di Artù, un impoverimento del loro potere.
«Le pietre - spiega Merlino - sono lì per interagire con la gente, non sono pezzi da museo. Soltanto il contatto degli umani alimenta il loro fluido magico che oggi, a distanza di molti millenni, si sta pericolosamente esaurendo». Merlino raccomanda quindi alle autorità competenti di rimuovere le recinzioni e anzi di favorire l'accesso del pubblico al santuario.

E, rivolgendosi a Rothwell, che afferma di non conoscere personalmente, gli consiglia di non candidarsi alle elezioni locali: «Lasci perdere, caro amico, un vero arturiano non deve farsi coinvolgere in quella che mi pare si chiami democrazia rappresentativa. Dia retta a me, molto meglio la monarchia. È più sicura. E poi, quando le cose vanno male, la colpa è sempre di uno solo...»

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