Galliani: «Con Inzaghi e Kakà questa volta è un altro Milan»

«Con loro due la musica cambia. Ci fossero stati contro l’Arsenal...». Borriello rossonero: «Rovinate la festa all’Inter». Flamini più vicino

«Mai visto un derby così, bello ed attraente». Adriano Galliani, vice-presidente vicario del Milan sembra già posseduto dalla febbre del derby di Milano decisivo per scudetto e posto in Champions e per questo cancella il suo viaggio a New York prenotato per festeggiare il compleanno del nipotino Adrian. «Meglio presidiare la postazione» spiega ai suoi mentre detta al sito i dati dell’esaurito, incasso che sfiora i due milioni di euro (1.801.467,00 la cifra precisa) ottenuti dalla cessione di quasi 82 mila tagliandi (81.766 il dato). «La squadra sta bene e quando sono in forma Kakà e Inzaghi i frutti si vedono. Peccato non lo fossero al tempo dell’Arsenal», confida i suoi rimpianti Galliani che rintuzza ogni polemica, ogni critica, specie quelle immotivate sulla riuscita del Milan solo nei tornei brevi, come le coppe internazionali. Insomma cicala in Italia, formica nel resto del mondo. «Solo chi non frequenta certi impegni può non sapere che per arrivare dal turno preliminare di Champions alla finale mondiale di Yokohama bisogna giocare bene 18 partite, un girone intero di campionato, quindi» la sua frase non tradisce un grande rimorso, semmai il dispetto per vedere sottostimati i traguardi prestigiosi tagliati nel 2007.
Per una settimana così importante e decisiva anche le cronache di calcio-mercato possono aspettare. E non tanto perchè finalmente pure a Londra si sono accorti della destinazione finale di Flamini (in rossonero) o perchè in Spagna insistono sulla mossa milanista per Ronaldinho («15 milioni di euro: prendere o lasciare» riferiscono alcuni giornali ma la verità è che l’obiettivo è un altro, ndr) senza sapere che l’epilogo sarà molto diverso. Per qualche ora fa notizia l’annuncio del coordinatore di Milanlab sul recupero di Ronaldo («tornerà in campo prima del previsto, sette mesi di tempo» il pronostico di Meersseman) sparito dall’agenda tecnica del prossimo Milan. E infatti, nel tentativo di acquistare qualche simpatia, Marco Borriello da Genova, bomber del campionato, interviene per augurarsi che «il Milan rovini la festa all’Inter», sentimento del tutto estraneo al gruppo dei milanisti che invece hanno un ritardo notevole da colmare. Da due anni giusti giusti (ultima sfida favorevole quella datata 14 aprile del 2006, arbitro De Santis, gol di Kaladze nella ripresa), il Milan non riesce ad acciuffare un derby che sia uno.

Ne ha già persi tre di fila (piccolo record) e gli ultimi due in modo curioso, andando cioè in vantaggio, prima con Ronaldo, la seconda volta con Pirlo su punizione ma subendo in entrambe le circostanze la rimonta neroazzurra. L’ultimo derby segnò in pratica la fine della carriera di Dida rossonero, autore di una paperissima sul gol di Cambiasso e salutato, alla fine, dagli ultrà nerazzurri: «Dida uno di noi». Kalac tocca ferro.

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