Gemonio, due bombe contro la sede della Lega Bossi: "Avessimo votato non sarebbe successo"

Doppia esplosione contro la sede della Lega a Gemonio, a due passi dalla casa di Bossi: due bombe carta hanno provocato danni al portone e mandato in frantumi delle finestre. L'Ira del Senatur: "Se fossimo andati alle urne non sarebbe successo". Arriva la bomba (quella vera) / V. Macioce

Gemonio, due bombe contro la sede della Lega
 
Bossi: "Avessimo votato non sarebbe successo"

Varese - Due ordigni artigianali sono esplosi questa notte davanti alla sede della Lega Nord a Gemonio, il paese in provincia di Varese dove risiede il leader Umberto Bossi. I due ordigni hanno provocato danni al portone e mandato in frantumi i vetri delle finestre. Sul muro di fianco alla sede gli autori hanno scritto, in vernice nera, "Antifa", senza tuttavia lasciare alcuna rivendicazione. Ma la Lega non arrestra e guarda avanti. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, parla di "attacchi vigliacchi" e assicura: "Non ci intimidiscono". Ferma condanna pure dai presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, che parlano di "atto vile".

La ricostruzione dei fatti Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, è stato verso le tre di notte che sarebbero state applicate due bombe carta alle finestre esterne, infrante dall’esplosione. Non ci sono feriti. Le forze dell’ordine stanno effettuando i rilievi del caso. Non è la prima volta che la sede del Carroccio di Gemonio, dove abita Umberto Bossi, viene presa di mira: il portone degli uffici, che si trovano a poche centinaia di metri dall’abitazione del Senatur, fu incendiato nel febbraio del 2007 e nel gennaio del 2009. Il procuratore della Repubblica di Varese, Maurizio Grigo, ha aperto un fascicolo di inchiesta ipotizzando i reati di esplosione e danneggiamento.

Due persone in azione Erano attive le telecamere installate vicino al sede della Lega. Gli investigatori stanno visionando i filmati delle telecamere per controllare se abbiano inquadrato gli autori del gesto e i mezzi transitati in quei momenti. E, secondo quanto si è appreso, sarebbero stati ripresi due uomini che indossavano un giubbotto "bomber" e avevano un cappuccio calcato in testa per non farsi riconoscere. Durante la notte avrebbero effettuato anche un sopralluogo a piedi e, dopo aver acceso la miccia, si sarebbero allontanati verso la piazza della chiesa. Le indagini si concentrano in un ambito provinciale, soprattutto in direzione di persone già note alle forze dell’ordine.

Occhi sui centri sociali In provincia di Varese esistono diversi centri sociali ed in questi vi sono diversi simpatizzanti dell’area anarchica. Il tipo di ordigno usato, ad un primo esame artifici pirotecnici, non è comunque paragonabile, viene fatto notare, a quelli usati dai terroristi ancarchici. Non è la prima volta che la scritta "Antifa" lasciata sul muro di fianco alla sede della Lega Nord di Gemonio in vernice nera, compare in provincia di Varese. Agli atti degli investigatori risulta che questa scritta è apparsa più volte negli ultimi mesi sia a Gemonio sia in vari luoghi della provincia.

Maroni: "Attacco vigliacco" "Noi della Lega siamo abituati da sempre ad attacchi di questo tipo, fatti da intolleranti che agiscono vigliaccamente e nell’anomitato", assicura il ministro Maroni all’Adnkronos. "E' accaduto altre volte in passato - aggiunge il titolare del Viminale - che sedi del nostro partito siano state oggetto di violenza, ma non ci siamo mai fatti intimidire e la stesso accadrà questa volta. Naturalmente sono episodi da non sottovalutare". "Non posso dire nulla ovviamente sulle attività investigative - concludeil ministro leghista - che sono in corso e seguono piste precise".

La Lega: "La nostra linea non cambia" La Lega non si farà intimidire dall'attacco. Il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, assicura che la linea del partito non cambierà affatto. "Purtroppo la mamma degli stupidi è sempre incinta - commenta l'esponente del Carroccio - questo episodio comunque non farà cambiare di una virgola il modo di agire della Lega Nord nè a livello locale, nè a livello nazionale". "Non saranno certo le intimidazioni di quattro teppisti o scavezzacolli a fermare quelle riforme di modello dello Stato che la Lega Nord sta conseguendo", interviene il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni, spiegando che la Lega "incarna infatti nel suo codice genetico il coraggio e la tenacia e guarda avanti senza timore".

Il Pdl: "Non sottovalutare questi segnali" Nell’esprimere "piena solidarietà alla Lega per l’attentato subito", il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ha registrato "con preoccupazione la irresponsabile sottovalutazione da parte degli organi di informazione e da parte della magistratura per l’allarme che ho lanciato nei giorni scorsi". "Altri, in altri tempi, sottovalutando quanto avveniva intorno a loro, contribuirono ad impedire che il terrorismo si consolidasse. Non si ripeta lo stesso errore - ha continuato l'esponente del Pdl - alzare la guardia è un dovere a tutela della libertà. Saranno pure petardi, ma è bene non ignorare nessun segnale di allarme".

La condanna dell'opposizione Il Pd ha espresso "solidarietà alla Lega per i due ordigni fatti esplodere questa notte davanti alla loro sede presso Gemonio".

"Nessuna violenza di alcun genere potrà mai essere accettata da noi come forma di intimidazione politica - ha commentato Emanuele Fiano - siamo certi che gli inquirenti e le forze di polizia potranno presto dare meglio le dimensioni di quest’episodio che ci auguriamo essere isolato e di scarsa importanza". Anche da Massimo Donadi dell'Idv arriva la stessa condanna: "E' un vile gesto che condanniamo senza se e senza ma".

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