Il genio di Balla all’Ara Pacis

(...) L’unione del linguaggio espressivo della pittura con le arti applicate ha svolto un ruolo tutt’altro che marginale nei primi decenni del Novecento ed è stato proprio Balla a capire le potenzialità del Futurismo in questo senso, proprio perché legato alle dimensioni del movimento e dello spazio. Impostata sui colori della bandiera italiana (rosso, bianco e verde), su un fondo blu e azzurro, la gigantesca opera in mostra dialoga ora con il «genius loci» dell’Ara augustea, rappresentando il genio futurista in una sorta di prisma che condensa tutte le dimensioni dello spazio. Non dobbiamo dimenticare a questo proposito che Balla era attratto dalla teosofia e quindi dall'idea di un dinamismo anche spirituale, che va al di là della terza dimensione. La composizione prismatica è incentrata su una schematica figura antropomorfa, con la testa a stella, le braccia tese a formare una sorta di M (iniziale di Marinetti fondatore del Futurismo), e due cunei rossi al posto delle gambe.

Da questa figura centrale si irradiano forme-rumore che condensano le diverse esperienze pittoriche futuriste di Balla in una sorta di summa artistica: dalle forme acute «motorumoriste» ai volumi astratti di Feu d’Artifice, dal tricolorismo patriottico di Forme-grido Viva l’Italia alle rappresentazioni teoriche sulla «quarta dimensione» di Trasformazioni forme-spiriti, ai triangoli intersecati delle Compenetrazioni iridescenti. Orario: dalle 9 alle 19; lunedì chiuso.

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