Genitori da barzelletta e sensi di colpa da ridere

Genitori da barzelletta e sensi di colpa da ridere

Anche il senso di colpa può diventare un business e se ad alimentare il rammarico è la fragile psicologia dei genitori il successo è garantito. Ne sanno qualcosa Marco e Giulia, contentissimi di non aver figli e sarcastici nel guardare e sbeffeggiare le coppie amiche costrette a passare da un capriccio a un regalo con la disinvoltura di un fuoriclasse del salto in alto. Siccome però il proverbio dice che ognuno faccia solo il suo mestiere, neanche i due gaudenti possono improvvisarsi papà e mamma e l'unica volta che lo fanno combinano una serie interminabile di guai. La maledizione di una mamma vera scatta automatica, così Marco e Giulia si risvegliano una mattina con tre pargoli attorno. La vita si capovolge, come le prospettive sbagliate, e i sorrisi fioriscono sulle labbra del pubblico.

Sorrisi, beninteso, perché l'ultima commedia di Fabio De Luigi è sobria e misurata. Senza volgarità e adatta a tutti. Buona, anzi ottima la chimica dei protagonisti - il suddetto De Luigi e Virginia Raffaele - che a tratti sembrano usciti da Love bugs in cui il comico e regista ha fatto palestra di coppia comica con Michelle Hunziker. Più scontata la sceneggiatura che s'ispira alle commedie anglosassoni, dove la trama si dipana partendo da un irreale e improbabile anatema che prende corpo al di là di ogni possibile previsione fino a sorprendere gli stessi involontari protagonisti.

Dietro lo spartito leggero di situazioni buffe si parla di genitori e figli senza lasciare tracce indelebili nel cinema comico né nei sentieri della psicopedagogia. Tuttavia per De Luigi è un passo avanti nella regia e nella recitazione, dopo il modestissimo esordio con Tiramisu, non propriamente indimenticabile.

E se neanche questo Tre di troppo lo è, si adatta però al periodo natalizio con la facilità e la simpatia di un'opera che non si lega alle festività per il tema, ma si giustifica per il tono scanzonato eppure non banale. Leggero ma non stupido. E, in fin dei conti, che cos'altro vuol vedere chi va al cinema dopo Capodanno?

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