Sei punti in otto partite. Tre sconfitte nelle ultime quattro. Venti punti appena nel girone di ritorno. Che cosa succede al Genoa? «È un miracolo che, nonostante le condizioni critiche in cui abbiamo dovuto giocare le ultime dieci partite, siamo ancora ottavi. Ai ragazzi non posso rimproverare nulla. Sono stati bravi a fare tanti punti prima, altrimenti questo torneo poteva diventare pericoloso». L'analisi di Gian Piero Gasperini, espulso subito dopo il vantaggio dei padroni di casa, non fa una piega. Basta guardare la panchina rossoblù al San Nicola: Amelia, Terigi, Fatic, Cofie, Lazarevic, El Shaarawy, Boakye. I resti del Genoa hanno retto per un'ora, poi dopo il gol di Meggiorini si sono sciolti come neve al sole. Senza otto titolari (Dainelli, Moretti, Bocchetti, Rossi, Kharja, Suazo, Palacio, Jankovic) la squadra si è persa. Toccando ferro, metà di questi contro il Milan dovrebbero tornare a disposizione del tecnico. Bocchetti e Palacio rientrano dalla squalifica, Rossi e Suazo dagli infortuni. Forse anche Kharja.
C'è da difendere un ottavo posto che significa più introiti dalle televisioni, la possibilità di essere ammessi come teste di serie nel prossimo tabellone di coppa Italia e il quarto migliore piazzamento nel dopoguerra. Il Genoa deve guardarsi le spalle dal terzetto Bari, Fiorentina e Parma, due punti sotto. Battere il Diavolo per ipotecare l'ottava piazza e finire la stagione come si deve.
Poi si comincerà a pensare al mercato. Anzi il Genoa lo sta già facendo. Il nome nuovo sul taccuino dei dirigenti è quello di Mario Suarez, ventitreenne centrocampista del Mallorca, ex Atletico Madrid. Alternativa a Marco Biagianti del Catania, il cui procuratore ha confermato l'interesse rossoblù: «Genoa e Catania si siederanno presto a un tavolo per discuterne.
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