Alluvione, la vera colpa è stata la scelta sbagliata di tenere aperte le scuole

(...) che precedette l'alluvione aveva emesso un comunicato chiarissimo. Con tutti i bollini e i leoni di San Giorgio al posto giusto, le ceralacche e il fax di origine perfetto, senza correzioni postume.
Poi, ribadisco, se Francesco Scidone ha delle colpe, è giusto che paghi. Ma il superteste apparso ieri pare ridimensionare molto le colpe penali dell'assessore, anzi annullarle. A noi, qui, interessa occuparci delle responsabilità politiche. E - dato a Scidone quel che è di Scidone, cioè una capacità di lavoro unica nella giunta Vincenzi e la voglia e l'impegno a sporcarsi scarpe, calzoni e stivali, esponendosi sempre in prima linea, nell'alluvione di Sestri Ponente, come in quella successiva all'esondazione del Bisagno e del Fereggiano - torniamo a quel comunicato ufficiale, a quel fax del giorno prima, di cui denunciammo fin da subito l'inopportunità e la contraddittorietà.
Che si diceva in quel foglio su carta intestata del Comune di Genova? Che avrebbe piovuto moltissimo, che i cittadini erano invitati a restare a casa, che parchi, passeggiate e giardini sarebbero rimasti chiusi e che tutti erano caldamente consigliati a lasciare l'auto in garage. Il giorno prima!
E allora, come è conciliabile tutto questo con la scelta di tenere aperte le scuole, dove notoriamente i bimbi vanno a piedi o in auto, quindi disobbedendo naturalmente ai caldi consigli del Comune? Insomma, era già tutto scritto lì.
Io, personalmente, ho anche una risposta a questa sciagurata domanda, alla contraddizione stridente fra i buoni consigli e il cattivo esempio di Tursi. E non è una risposta edificante, perchè è legata alle primarie. E cioè la giunta Vincenzi - incalzata dall'imminente scadenza elettorale interna al centrosinistra - non volle rischiare l'impopolarità dovuta alla chiusura delle scuole se non fosse successo niente e se la pioggia prevista fosse rimasta tale.
A me sembra una spiegazione ancor più drammatica, ma temo che sia proprio quella giusta. Anche perchè proprio la giunta Vincenzi venne pesantemente toccata da un precedente «allerta due», quello sulla neve dell'anno precedente, quando decise di tenere chiuse tutte le scuole, ma le temperature furono più alte di mezzo grado rispetto al previsto, non scese nemmeno un fiocco di neve e i bimbi rimasero a casa insieme ai genitori infuriati perchè non sapevano a chi lasciarli. Il tutto, colmo della sfortuna, in un quadro in cui invece il giorno del gelicidio, con le strade di Genova trasformate in pericolosissime lastre di ghiaccio, le scuole restarono regolarmente aperte e centinaia di bimbi, genitori e nonni scivolarono per terra per raggiungerle.
In quell'occasione, fra l'altro, ci fu il massimo della confusione dovuta anche ai diversi linguaggi parlati dalle diverse strutture della Pubblica Amministrazione. Cioè in Comune non si capì che l'«allerta due» per la pioggia era diverso dall'«allerta due» per la neve. Entrambi emanati dall'Arpal, l'ente metereologico regionale, ma diversissimi fra loro, nonostante si chiamino allo stesso identico modo. Circostanza quest'ultima che ha solo aggiunto confusione alla confusione.
Perchè, se si fosse capita questa differenza, allora sarebbe stato subito tutto molto chiaro: i due precedenti «allerta due» regionali per le alluvioni avevano infatti riguardato due eventi drammatici poi effettivamente verificatisi. Il primo, l'anno precedente, fu proprio l'alluvione a Sestri Ponente. Il secondo, che era relativo solamente alla provincia della Spezia, quindi circoscritto territorialmente, era di una manciata di giorni prima. E, anche quella volta, l'alluvione ci fu davvero: a Vernazza, a Monterosso, a Brugnato, a Borghetto Vara e a Pignone, oltre che a Ameglia, ad Aulla e in Val di Magra.

Insomma, non erano i casi di «al lupo, al lupo» che si sono poi verificati nei mesi successivi e che hanno interessato previsori privati (e, talvolta, anche l'Arpal, sia pure per «allerta 1» e non «allerta 2»). E allora perchè far finta di niente? Per le primarie?
Queste sono le domande che nessuno potrà mai sbianchettare o taroccare.

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