Burlando sale sulla Barca e scarica già Renzi

Burlando sale sulla Barca e scarica già Renzi

Alla fine di quasi due ore di confronto, la vera novità esce non su temi liguri ma su argomenti nazionali quando il presidente della Regione Claudio Burlando fa capire di aver già terminato il suo idillio con Matteo Renzi e di preferire al sindaco di Firenze, come guida futura del centrosinistra, il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca che tre giorni fa ha preso la tessera del Pd per prepararsi al prossimo giro di primarie o al prossimo congresso dei democratici. Il confronto tra Burlando e il sindaco di Genova Marco Doria condotto da Davide Lentini su Telenord, scivola così su temi di ampio respiro dopo lunghi passaggi su questioni che riguardano il capoluogo ligure e sulle quali i due sono andati a braccetto: «Il Pd manca di una forte guida nazionale - spiega il presidente della Regione -. Avremmo dovuto capirlo dopo l'insuccesso delle ultime elezioni. Solo che la nostra classe dirigente non comprende come la gente ci abbia voluto dare uno schiaffo e la testimonianza è la querelle su Renzi mancato grande elettore per la presidenza della Repubblica».
Un nuovo idillio, dunque, per Burlando che alle primarie aveva dato pieno sostegno a Pierluigi Bersani per poi avvicinarsi a Matteo Renzi dal quale, appunto, sembra già volersi smarcare dopo la discesa in campo del ministro «tecnico». Chi Renzi, invece, non lo ha mai sopportato - politicamente parlando - è Marco Doria che ha voluto rincarare la dose: «Non mi sarei mai sognato di andare a Roma a fare il grande elettore quando ho così tanti problemi da risolvere nella mia città. A me i rottamatori non piacciono». Ma Burlando e Doria la pensano allo stesso modo sul prossimo inquilino del Quirinale che entrambi indicano in Romano Prodi.
Dalla politica spiccia ai problemi della città Burlando e Doria hanno passato in rassegna tutte le questioni più difficili che interessano Genova, caso Amt in primis: «La situazione è difficile e dobbiamo trovare un modo perché l'azienda possa salvarsi e tutelare anche i posti di lavoro - spiega Doria -. Non è il momento di ragionare su una possibile apertura ai privati: mi auguro che l'azienda possa rimanere pubblica e che rimettendo a posto i bilanci si possa cominciare a programmare investimenti per rinnovare il parco mezzi». «Non potevamo fare di più di come si è esposta la Regione - ribatte il governatore -. Abbiamo perso il 30 per cento del nostro bilancio in un anno e ridotto i fondi al trasporto pubblico locale solo del 2 per cento. La nostra nuova sfida sarà quella di andare a Roma per verificare se i vecchi fondi Fas per comprare autobus nuovi». Dagli esuberi di Amt a quelli della Fiera che dovrà ricollocare una trentina di dipendenti ma ancora non si prospettano soluzioni e se Burlando spiega che la Regione sarebbe interessata ad un piano di rilancio per la zona della Marina che è sottoutilizzata, nel quale impiegare il personale in esubero, Doria sottolinea come la crisi delle fiere sia evidente «e dobbiamo fare in modo che la Fiera resti in piedi».
Da posti di lavoro che sfumano ad altri che potrebbero essere creati in poco tempo: quelli utili ai cantieri del Terzo Valico ferroviario che entro fine 2013 dovrebbero vedere al lavoro 200 operai che potrebbero salire a circa 4.500 tra il 2016 ed il 2017. Da parte di sindaco e governatore la linea strategica sembra essere la stessa: cercare di favorire le aziende del territorio per gli appalti dei cantieri. Quindi il progetto Erzelli che Claudio Burlando continua a sponsorizzare con forza assicurando sulla sua totale attuazione: «Riusciremo a portare l'Università ad Erzelli - annuncia -. Possiamo chiudere concedendo 15 milioni di euro in più all'Università, stiamo analizzando gli aspetti giuridici dell'operazione».
L'ultima battuta è sul futuro politico dei due.

Burlando sostiene che dopo dieci anni da presidente della Regione non sia utile fare altri giri in Regione, mentre Doria dice di non essersi ancora pentito di aver fatto il sindaco e conferma: «Potrei anche cambiare alcuni assessori per lavorare meglio».

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