Il commercialista che non vuole più fare la dichiarazione

(...) con una proposta di legge - e questo non depone molto a favore della nostra compagine parlamentare - è semplicissimo. Anche perché la sua fattibilità è già verificata.
In pratica, basterebbe creare un tesserino, tipo carta di credito con un chip elettronico che andrebbe passato in occasione di ogni pagamento. In quel modo, con una sorta di partita doppia telematica, sia colui che incassa, sia colui che paga si vedrebbero automaticamente accreditare o addebitare la cifra sul proprio conto personale e, in questo modo, ogni spesa sarebbe automaticamente deducibile. Ovviamente, con il sistema fiscale vigente in quel momento e sperando nel massimo delle detrazioni.
Ma, in fondo, tesserino a parte, è un modello molto simile a quello utilizzato negli Stati Uniti o in Francia per determinati tipi di pagamenti o detrazioni. A quel punto, tutti avrebbero interesse ad usare questo strumento, proprio perchè sarebbe la nostra salvezza rispetto a una tassazione eccessiva. Insomma, i risultati di Befera, senza terrorismo fiscale o controlli dei finanzieri mentre uno porta la forchetta alla bocca. E, magari, si riuscirebbero ad evitare aliquote folli come il 43 per cento di imposte dirette, destinate a salire al 55-65 per cento con tutti i contributi vari ed eventuali. E, forse ancora oltre, se Stefano Fassina diventerà ministro dell'Economia. Il braccio destro economico di Pierluigi Bersani è uno che riesce a far passare il suo maestro Vincenzo Visco, come un liberista sfrenato che odia le tasse. Detto tutto.
Mica finita. Con gli strumenti informatici a disposizione della Sogei e dello Stato, il «tesserino Raggi» permetterebbe la compilazione automatica della dichiarazione dei redditi, senza bisogno quasi di aggiunte. Perché dare e avere sarebbero stampate giorno dopo giorno sul rendiconto personale. Il che, certamente, rischierebbe di fare del buon Raggi un disoccupato, ma altrettanto certamente sarebbe una gioia per milioni e milioni di cittadini.

E così, per una volta, Genova - che inventò le banche e le lettere di credito - tornerebbe capitale mondiale delle invenzioni economiche.
Difficile però che vada in porto. Troppo bello, troppo facile, troppo logico. Siamo in Italia. Ma, almeno finché non arriva Fassina, non hanno ancora messo la tassa sulle buone idee.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica