Così Genova perde (o conquista) imprese

(...) rivoluzionato la scienza di oggi. Ma il punto è che ha scelto La Spezia perchè non ha potuto scegliere la Superba: «Perchè La Spezia e non Genova? Perchè cercavamo uno spazio adatto a costruire i nostri magneti, lo abbiamo trovato e abbiamo avanzato le nostre richieste all'amministrazione. Il fatto è che alla Spezia le risposte sono arrivate praticamente subito e in venti giorni avevamo già le concessioni per costruire. A Genova, che pure era pronta a sostenerci ed aiutarci, ci sarebbero voluti sei-sette mesi». Sei-sette mesi, detto tutto.
Secondo fermo immagine. Dopo aver letto i nostri articoli sul caso di Carestream health, la multinazionale erede della Kodak nel settore della radiodiagnostica, Claudio Burlando - che resta il politico ligure che legge di più e meglio i giornali, anche e soprattutto il Giornale, facendo spesso tesoro anche delle critiche che gli facciamo spesso e volentieri - ha preso lo stradario, ha messo la matita (rossa, vabbè, è Burlando) sulle stradine dell'Expò, ha fatto un cerchietto attorno alla palazzina San Lorenzo di via al Porto Antico 6, ha chiamato con sè i fidi Walter Ferrando, l'uomo della sanità in Regione di cui il governatore si fida di più, e Renzo Guccinelli, assessore alle attività produttive. Poi, ha alzato il telefono, ha chiamato i vertici della multinazionale a stelle e strisce ed ha organizzato immediatamente una visita. Detto, fatto.
Rispondendo alle nostre sollecitazioni, visto che gli avevo personalmente rimproverato di essere andato solo all'inaugurazione della sede genovese di Carestream - una delle tre in tutto il mondo, mica robetta - Burlando ha iniziato a studiarsi, con la sua pignoleria da ingegnere, produzioni e bilanci dell'azienda. Non senza aver ricordato di come, da sindaco, avesse frequentato quelle palazzine quando ancora non c'era l'Expò e odoravano delle merci e del caffè che venivano stoccati dove oggi c'è un gioiellino della tecnologia. Il resto, l'ha fatto Guccinelli, universalmente riconosciuto l'assessore più bello e abbronzato, che infatti ha fatto strage di cuori fra le dipendenti, che gli hanno sorriso sospirando come se fosse a casa. Complice il fatto che Michele Ferrarese, numero uno della divisione italiana, è sarzanese come lui. Il resto è toccato a Marco Bucci, che è genovese, ma è uno dei capi mondiali di Carestream e passa quindici giorni al mese negli States. Eppure ha spiegato benissimo perchè un'azienda così grande sceglie Genova per ospitare una delle sue tre sedi mondiali. Decidendo di spostare struttura e dipendenti da Cinisello.
È una storia che vi abbiamo già raccontato nelle scorse settimane, ma che è talmente poco conosciuta e soprattutto significativa che vale la pena di sentirla direttamente dalla voce di Bucci. Anche perchè la concorrenza non era robetta e la scelta di Genova è stata presa dopo aver esaminato anche le candidature di Barcellona e Sophia Antipolis, il parco scientifico e tecnologico della Costa Azzurra, fra Nizza e Cannes.
Eppure, Genova, dice Bucci: «Perchè tutto è a portata di piedi, senza bisogno di usare la macchina. Perchè il costo della vita è minore che a Milano. Perchè la qualità della vita è alta e per chi lavora nell'altissima tecnologia è un elemento decisivo. Perchè il Porto Antico è uno dei posti più belli del mondo. Perchè i clienti sono conquistati quando facciamo vedere loro la nostra città e comprano più volentieri.

Perchè la nostra università e in particolare la facoltà di ingegneria forma ottimi professionisti che accettano immediatamente e felicemente di lavorare con noi, a uno stipendio anche minore di quello che prenderebbero a Milano. Non perchè io sono di Genova».
Non mi stancherò mai di raccontarvi questa storia e bene ha fatto Burlando a leggerla e farne tesoro. Perchè in questa storia c'è un'idea di città. Che è la mia.
(3-continua)

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