La democrazia del Pd: fuori i più votati

La democrazia del Pd: fuori i più votati

(...) da dimostrare quanta poca stima abbia il partito per questa regione. Per intendersi, il capolista non sarà Bersani. Un posto sicuro non lo avranno Nichi Vendola o Enrico Letta. No, a togliere la speranza di farcela ai liguri scelti dai cittadini con la farsa delle «parlamentarie», saranno Marco Meloni, avvocato e ricercatore di Quartu Sant'Elena (Cagliari) e componente della segreteria nazionale per Università e ricerca, e Raffaella Mariani, geologa di San Romano in Garfagnana, capogruppo uscente nella Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici (rispettivamente al quinto e sesto posto per la Camera, cioè già eletti con certezza assoluta in caso di vittoria della sinistra in Liguria). Pure al Senato i «locali» devono cedere il passo a Paolo Guerrieri, ordinario di Economia alla «Sapienza», vicepresidente dell'Istituto Affari Internazionali e consigliere di amministrazione Istat.
E i liguri? Il capolista alla Camera sarà lo spezzino (con ruoli nazionali) Andrea Orlando, seguito dall'ex leader Cgil Anna Giacobbe, dal deputato uscente ed ex segretario regionale Mario Tullo, dal suo successore Lorenzo Basso, e poi, appunto Mariani e Meloni. L'ultimo posto utile per essere eletti, il settimo va a Mara Carocci, moglie dell'organizzatore delle primarie, Michele Bartolozzi, che beffa Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco, che pure aveva preso molti più voti di lei. Ma per l'appunto, la democrazia dei Democratici dice che non conta avere più voti, perché se serve c'è la scusa delle quote rose, il sessismo femminile che giustifica l'oltraggio al parere della gente.

Anche perché se si fossero voluti rispettare, chissà poi gli equilibri di genere, si sarebbe potuta paracadutare in Liguria una big nazionale. Al Senato, tra l'altro, le prime due sicure dello scranno saranno donne: Donatella Albano e Roberta Pinotti. Poi Massimo Caleo e Guerrieri, comunque in odore di elezione.

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