Il mondo animalista ligure sta vivendo una specie di terremoto. Provocato, o quanto meno avviato, dall'inchiesta della procura di Genova sullo scandalo dei soldi Enpa finiti in case sul Mar Rosso, interventi di alta chirurgia (umana), acquisto di scooter, pagamenti di alberghi di lusso all'estero e prelievi personali. La notizia anticipata dal Giornale il 28 marzo scorso sta avendo molta eco, e soprattutto porta alla luce diverse situazioni che avevano visto protagonisti più o meno indisturbati gli stessi ex dirigenti di Enpa, ora allontanati.
In particolare più di un interrogativo potrebbero suscitare i numerosi interventi portati avanti da Rosanna Zanardi, ex presidentessa della sezione genovese poi commissariata, che anche come guardia zoofila ha fatto allontanare da canili e altre strutture genovesi molti animali. In particolare nel 2007 diverse strutture nel levante ligure si sono «svuotate» di cani che sono stati trasferiti a Viguzzolo, in provincia di Alessandria, sotto la spinta della stessa dirigente oggi nel mirino della procura e di personale della Asl.
Il canile di Viguzzolo è ormai noto nel mondo animalista come un vero e proprio «lager» per come venivano tenuti gli ospiti a quattro zampe, in alcuni casi anche morti e conservati in celle frigorifere. La procura di Chiavari, ad esempio, dopo aver disposto il trasferimento di molti animali in questa struttura nel Basso Piemonte, ha anche pagato decine di migliaia di euro in più rate per le spese di sostentamento dei cani. Spese che sarebbero dovute poi essere addebitate ai proprietari dei canili dai quali erano stati tolti, se fossero stati condannati nei processi avviati nei loro confronti per maltrattamenti. Spese che tuttavia, ad oggi, restano a carico dello Stato, visto che ancora di recente è stata assolta in secondo grado Francesca Fazio, titolare della struttura «Boscolandia» di Né, oggetto di un maxi sequestro a inizio 2007.
Il problema è che in quell'anno i cani affidati a molti comuni della provincia di Genova sono stati trasferiti a Viguzzolo. Su diversi siti è tuttora possibile vedere immagini raccapriccianti scattate in quella struttura. Animali morti, tenuti in scatole di polistirolo e in celle frigorifero, legati, in condizioni sanitarie a dir poco carenti. La denuncia però non è rimasta solo a livello di volontari. Diversi blitz della locale Asl e dei carabinieri del Nas hanno portato all'accertamento di gravi irregolarità e quindi alla chiusura del canile con ordinanza del 17 febbraio 2011. Di come venissero realmente trattati gli «ospiti» poteva forse non essere a conoscenza chi dalla Liguria faceva trasferire i cani in questa struttura. Ma la cosa grave che getta una luce strana sulla vicenda è che le autorizzazioni per l'attività sanitaria e per il rifugio di animali erano state rilasciate solo il 10 luglio 2007. Cioè, a Viguzzolo venivano portati cani sequestrati in Liguria mesi prima che la struttura fosse in regola.
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