Ferrara sta sbagliando tutto Ma non si vince con il passato

(...) ha praticamente rinunciato a giocare tre volte, mettendo in mostra prestazioni imbarazzanti a Verona contro il Chievo, a Parma e, per l'appunto, domenica in casa contro il Cagliari.
Andiamo avanti con i fatti. Credo che sia stato deleterio fornire alibi ai giocatori, parlando in continuazione di torti arbitrali (che ci sono effettivamente stati), anzichè dire chiaramente che - da Verona in poi - la squadra è stata inguardabile.
E un ennesimo fatto è l'errore capitale da parte della società di aver esaltato i primi tre successi, il pareggio con la Roma (regalato da Stekelemburg) e l'ottima prestazione contro il Torino, parlando di «squadra migliore di quella del quarto posto di Del Neri». Ammesso che fosse vero - e secondo me non era vero - è chiarissimo che dire queste cose dopo tre, quattro o cinque partite, è assolutamente prematuro. Oltre che portare un po' di sfiga. Scusate il termine molto tecnico e non proprio oxfordiano, ma non riesco a trovarne uno alternativo.
Analizzati tutti questi fatti - che sono fatti - occorre poi pensare alle soluzioni. Che, certo, non sono semplici.
In questo momento, la prima cosa che verrebbe da dire è che Ferrara va esonerato. Non tanto perchè ha perso quattro partite su quattro ed ha portato a casa due punti su diciotto, ma proprio perchè la sua squadra ha rinunciato a giocare tutti gli ultimi incontri.
Però. Però, nonostante oggi si meriti ampiamente l'esonero, sarebbe ingiusto pensare che esonerando Ferrara si risolvano tutti i problemi. Certo, se venisse un tecnico di carattere, un allenatore di prima fascia, un tipo alla Delio Rossi o un maestro nei subentri in corsa come Davide Ballardini (ex rossoblù, ma dopo Del Neri al Genoa si può ampiamente fare), la situazione migliorerebbe quasi certamente.
Ma in realtà, fra i tifosi blucerchiati, stanno iniziando a girare strani tam tam. Ad esempio, è fortissimo il partito dei nostalgici di Iachini, che chiedono di esonerare immediatamente Ferrara per richiamare in panchina l'uomo col cappelletto.
Certo, Beppe da Ascoli un pregio in realtà ce l'avrebbe ed è quello di essere già stipendiato dalla Sampdoria (peraltro, lo è tuttora anche Gianluca Atzori), ma mi pare che sia l'unico vantaggio di una simile scelta. Ora, al di là dell'aspetto estetico di Iachini, mi sembrerebbe assurdo chiamare come salvatore della patria un tecnico che è sì abituato a lottare in serie B o nei bassifondi della massima serie, ma che non dimentichiamo che ha agguantato la promozione solo in extremis e anche con una notevole dose di fortuna e, soprattutto, non ha mai messo in mostra un gioco tale da essere rimpianto. Probabilmente, molti di coloro che oggi invocano Iachini sono gli stessi che ne chiedevano l'esonero lo scorso anno, dopo una lunga serie di prestazioni inguardabili che fecero addirittura rimpiangere Atzori. E ce ne voleva.
Infine, sempre a proposito di orfani e di vedove, è ogni giorno più forte il partito di coloro che chiedono il reintegro di Palombo. Ma, anche qui, mi pare che sia un problema di scarsa memoria. È verissimo che Palombo è pagato - e più di tutti gli altri - dalla Sampdoria.

Ma è anche vero che la Sampdoria ha conquistato la serie A mettendo fuori squadra Palombo, simbolo, persino al di là dei suoi demeriti, che sono molti, della squadra della retrocessione e del pessimo inizio dello scorso campionato.
Insomma, Edoardo Garrone e Pasquale Sensibile hanno avuto coraggio, a volte ai confini della temerarietà. E, come tutti i coraggiosi, molto hanno anche sbagliato. Ma sarebbe un grave errore tornare indietro ora.

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