Nomi e programmi ignoti per le primarie del Pd

(...) presidente del Consiglio, il che - spesso - è già stata un'impresa. Insomma, per usare un eufemismo, diciamo che tutto l'ambaradan - a partire dalla scelta dei candidati che favoriva moltissimo gli uomini di apparato che non hanno avuto difficoltà a trovare le firme - non facilita la partecipazione alle primarie. E, soprattutto, questo ha tenuto fuori ottimi potenziali candidati: penso a Giovanni Battista Raggi, tesoriere regionale del Pd nostrano e assessore comunale tecnico a Santa Margherita Ligure. Raggi è uno che maneggia i bilanci come i bimbi il Lego e gli darei tranquillamente le mie chiavi di casa. Sa spiegare i conti con una semplicità disarmante ed è un vero tecnico, con un pensiero liberal-riformista. Insomma, sarebbe perfetto per fare il ministro dell'Economia. E loro che fanno? Ovviamente, pensano a Fassina, l'Archimede Pitagorico delle tasse.
Insomma, le liste per le primarie sono davvero poverelle. Si salvano Mario Tullo per la passione che ci mette sempre; Lorenzo Basso per la faccia pulita; Sara Di Paolo come unica renziana, per di più giovane e bella; Roberta Pinotti ad honorem e il sindaco di Bogliasco Luca Pastorino per l'esperienza amministrativa. Ma vogliamo parlare, ad esempio, di Sarzana dove due acchiappa-voti come Lorenzo Forcieri e Renzo Guccinelli sono stati lasciati in panchina per far spazio al sindaco Caleo? Qual è il motivo? Forse che sanno fare quello che gli è stato affidato e non sta bene? Sono troppo abbronzati entrambi e vanno di moda quelli più pallidi? Su, non scherziamo. Fatto salvo sempre il discorso che sono meglio poche primarie che nessuna primaria, queste di domani non sembrano particolarmente serie. Soprattutto, mi pare che manchi completamente il dibattito. Tranne che si intendano per dibattito le interviste polemiche sui giornali e le catene di mail che intasano le cartelle di posta elettronica dei potenziali votanti. Invece, nessun confronto pubblico, niente che possa portare a votare la mitica «società civile» a cui si rivolgevano le primarie precedenti. E, addirittura, le porte aperte sono vietate.
È un peccato. Perchè, ad esempio, a Bergamo - la mia città natale - le primarie sono un'altra cosa. Domenica pomeriggio ho avuto la fortuna di fare un'intervista pubblica in una libreria a Giorgio Gori, esponente dell'area renziana, ed è stata una vera soddisfazione.

Perchè abbiamo parlato di programmi; perchè, nonostante lui sia un mio caro amico, non gli ho fatto nessuno sconto sulle domande; perchè, nonostante io sia un suo caro amico, non mi ha fatto nessuno sconto sulle risposte. Ne sono uscito con le idee chiare. E, come me, credo, coloro che ascoltavano.
La caricatura ligure delle primarie mi sembra meno utile.

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