La passeggiata più bella passa da Carignano

(...) i compiti a casa, documentandosi su quello che dice, fa bene i conti sulla sua utilità: «Già in passato il porto di Genova era dotato di un superbacino che per inattività fu regalato alla Turchia». E ancora: «Quest'opera costituirebbe un terribile impatto ambientale e metterebbe a serio rischio la possibilità di creare quel tanto auspicato collegamento pedonale tra la Fiera del Mare e il Porto Antico». Parole che hanno trovato eco in passato anche nelle interrogazioni del consigliere regionale del Pdl Matteo Rosso, uno che c'è sempre quando deve esserci, e nel consiglio di martedì scorso nel torrido intervento, secondo il suo stile, del capogruppo delle liste civiche per Biasotti presidente Aldo Siri, che ha chiesto di rinunciare all'idea non di costruire il sesto bacino, ma di costruirlo lontano dalla Fiera e da Carignano: «L'opzione Sestri Ponente presenta evidenti vantaggi, in primis la possibilità di realizzare la nuova struttura all'interno di un'opera per la quale sono stati appena confermati in arrivo 70 milioni di euro, anziché dover attendere la vendita, quantomeno non imminente, dell'aeroporto genovese per poter finanziare altre soluzioni (Duca degli Abruzzi, trasformazione bacini pre-esistenti) ed è sicuramente una scelta di minore impatto ambientale, aspetto non trascurabile».
Praticamente, un attacco a tre punte Della Bianca-Rosso-Siri, riformisti-Pdl-biasottiani, a cui il presidente della Regione Claudio Burlando ha risposto - stavolta non per colpa sua - con le armi spuntate della non-decisione: «Al momento, la trattativa aperta (per spostare il nuovo bacino delle riparazioni navali nel cantiere di Sestri ribaltato a mare, ndr) con i gruppi imprenditoriali e le organizzazioni sindacali di gran parte del mondo del lavoro non ha dato esito favorevole. I gruppi genovesi più importanti hanno vinto appalti per cantieri significativi a Marsiglia...». Insomma, per Burlando l'opzione Sestri Ponente è quasi archiviata: «Se non andasse in porto l'operazione del bacino a Sestri, rimarrebbero aperte tre possibilità: quella del porticciolo Duca degli Abruzzi, quella della vecchia collocazione del superbacino e l'adeguamento di un bacino storico. Naturalmente, questa scelta spetta in primis all'Autorità portuale. È una decisione ancora non assunta definitivamente, anche se da qui a breve la si dovrà prendere. Quanto a noi, parteciperemo alla discussione con attenzione, ascoltando i pro e i contro delle diverse ipotesi».
Io, nella mia idea di città, dico Sestri, via Soliman. Perché lì c'è una vocazione navalmeccanica, che rispetterebbe la storia, senza avere impatto ambientale, visto che è ben protetto dal quartiere, peraltro bellissimo e peraltro giustamente orgoglioso della sua storia, addirittura con il suo santo patrono autonomo rispetto a Genova. Perché Carignano potrebbe essere una tappa della più bella passeggiata d'Europa. Perché così si mantengono i livelli occupazionali, abbinando un'altra attività a Fincantieri. Perché salviamo lavoro, storia e ambiente.

E allora, perché no?
Lo chiedo al presidente dell'Autorità Portuale Merlo, che è anche un mio caro amico personale (particolare che dichiaro per correttezza, ma che con questa vicenda e con le critiche che gli faccio non c'entra ovviamente nulla), che invece mi pare più attratto da altre soluzioni. Caro Luigi, facci sapere qual è la tua idea di città sul sesto bacino, su Sestri e su Carignano. Naturalmente, se c'è.
(6-continua)

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