Pioggia di tagliandi, 60 mila richieste di rinnovamento

(...) si tratta di una mossa azzeccata, che potrebbe costituire la svolta nell'esito delle elezioni.
Infatti, come avrete notato non abbiamo quasi mai pubblicato articoli con il toto-candidati del Pdl. Si tratta di un genere letterario rispettabilissimo, ma - per l'appunto - di un genere letterario. Che nulla ha a che vedere con la realtà. Gli appassionati di fiction apprezzeranno questi articoli che abbondano su altre testate, ma per l'appunto si tratta di fiction. Poi, però, c'è la realtà.
E la realtà è che le liste del Pdl verranno compilate fra sabato e domenica - lunedì è il termine ultimo per la presentazione - e che la parola finale sarà quella di Silvio Berlusconi. Non quella degli sceneggiatori e degli ispiratori della fiction. Fiction che, peraltro, non tiene conto del riassunto delle puntate precedenti: e cioè che ci sono quattro parlamentari che sarebbero incandidabili avendo superato il tetto dei 65 anni e/o delle tre legislature, ma che hanno chiesto la deroga per potersi ricandidare. E, finchè non sarà sciolto questo nodo, ogni altro discorso è prematuro.
Però, per quanto mi riguarda, per quel poco che può valere, una parola la dico volentieri. Credo che la volontà di Berlusconi di rinnovare le liste con innesti dalla società civile - soprattutto dal mondo dell'impresa, ma anche da quello della cultura e delle professioni, insomma di chi non vive di politica - sia un'ottima idea. E porto la testimonianza di decine e decine di chiamate in redazione che chiedono un rinnovamento importante nelle liste del centrodestra, soprattutto tagliando fuori gli impresentabili, alcuni dei quali peraltro non portano nemmeno messi di voti (insomma non sono i Cosentino e i Cesaro della Campania). Anzi, li fanno perdere.
E l'altra richiesta unanime è quella di tener fuori dalle liste gente che, nel frattempo, ha girovagato fra vari partiti o che ha ventilato l'idea di cambiare casacca. E non c'è niente di peggio che vedere premiati i voltagabbana, che magari hanno lucrato piccoli vantaggi dal loro comportamento. Soprattutto per chi si impegna sempre lealmente e gratis senza chiedere nulla in cambio.
Dico subito che il rinnovamento totale delle liste, che avrebbe una sua logica, è forse addirittura eccessivo. Nel senso che, presi dal cupio dissolvi, si rischierebbe di buttare il bambino con l'acqua sporca. Non voglio entrare pure io nelle sceneggiature delle fiction, quindi non dico chi merita di essere ricandidato e chi no. Mi limito però a prendere atto di alcune circostanze: ad esempio che Gigi Grillo e Franco Orsi, da veri stakanovisti delle aule parlamentari, ieri sono addirittura intervenuti nell'aula del Senato in quella che probabilmente è stata l'ultimissima seduta della legislatura; ad esempio che Michele Scandroglio (che resta saldamente nel Pdl e non trasloca nei Fratelli d'Italia) sta tuttora lavorando in modo bipartisan, ad esempio insieme ad Andrea Orlando e Mario Tullo, su importanti questioni liguri e insieme hanno portato a casa ottimi risultati per la regione; ad esempio che Roberto Cassinelli, un vero lord delle aule parlamentari, è addirittura sul podio dei parlamentari più presenti e positivamente attivi; ad esempio che Sandro Biasotti ha ancora un certo seguito.
Insomma, dire bartalianamente che «è tutto sbagliato tutto da rifare» sarebbe ingeneroso nei confronti di chi lavora sul serio. Ma, allo stesso modo, dalla base e anche dai nostri tagliandini - che hanno superato ogni record e sono ormai oltre quota sessantamila, con anche ieri quota duemila superata per il secondo giorno di fila, con Fausto Benvenuto recordman assoluto, ma tantissimi nomi degni sia nelle posizioni immediatamente successive, sia anche in quelle di rincalzo - emerge una forte richiesta di rinnovamento.

E condivido in pieno le parole di Giovanni Siri, anima del Pdl di Cogoleto, che ha scritto: «Esprimo l'augurio affinchè non vada disperso il messaggio fondamentale del gioco, vale a dire il rinnovamento delle politica inteso come nomi nuovi di persone oneste che non pensino di sostituirsi ai professionisti della politica per diventare come loro e che abbiano forte il senso di appartenenza per evitare gli squallidi trasformismi a cui stiamo assistendo anche in questi giorni».
Insomma, ha ragione Berlusconi. Capita spesso.

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