(...) senza costringerla a giocare una partita decisiva come quella di domenica contro il Catania con un giocatore come Sampirisi titolare in serie A.
Perchè il punto sta tutto lì. Non c'era un motivo valido al mondo per cacciare Ballardini alla fine del campionato 2010-2011, quando il tecnico di Ravenna - arrivato sei mesi prima - aveva ancora un anno di contratto e portava in dote i seguenti risultati: subentrato a Gasperini (con la cui media-punti si sarebbe rischiata la retrocessione e i cui risultati successivi con l'Inter e a Palermo testimoniano della fase calante assoluta di un tecnico che fece sognare i genoani), aveva preso in corsa una squadra che aveva ereditato, senza poter scegliere nemmeno un suo uomo. Nè fare la sua preparazione atletica. Non solo: ha accettato senza fiatare una serie di tagli di giocatori che hanno drasticamente ridotto il monte ingaggi rossoblù rispetto a quello del Gasp. Eppure, nonostante questo, ha salvato agevolmente la squadra, ha fatto il record di media-punti a partita degli ultimi anni e - complice il rinvio per neve della prima stracittadina - ha fatto il record di derby vinti a poca distanza uno dall'altro: due su due in poche settimane.
Finita? Mica finita. Il Genoa, in quei mesi, ha messo spesso in mostra un gioco allegro, mai scontato. Sbagliando alcune partite, certo. Ma senza mai rinunciare a giocarsele.
Finita? Mica finita. È riuscito a farsi amare dallo spogliatoio, che ha perorato la sua permanenza, inascoltato da Preziosi e dal suo cerchio magico. Ricordo un commentatore radio-televisivo che un giorno mi fermò un po' invasato esaltando il presidente per aver scelto «l'ottimo Malesani che ha saputo inventarsi giocatori del valore di Pratto e ha dimostrato la grandezza di Veloso, creando plusvalenze. Questo sì che è un allenatore, altro che Ballardini. Meno male che c'è Preziosi». Sic.
Finita? Mica finita. Ha saputo farsi apprezzare dal pubblico, che l'ha salutato trionfalmente nell'ultima partita in casa. E, soprattutto - insieme ai due inseparabili Carlo Regno e Stefano Melandri, praticamente un «triangolo di fatto» - ha sempre dimostrato di essere una persona, onesta, perbene, educata e vogliosa di conoscere non solo il Genoa, ma anche Genova, la sua identità, la sua cultura. Il che, a mio parere, è un grandissimo valore aggiunto.
Eppure, in queste primissime ore, l'unico valore aggiunto che si chiede a Ballardini è quello di dare un gioco a una squadra che non ne ha e punti a una squadra che non ne ha.
Fa onore a Preziosi aver ammesso l'incredibile errore. Se poi vuol far l'abbonamento...
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