Quelle primarie Pd totalmente tradite dalle candidature

(...) in condizione di mandarlo direttamente a Montecitorio. Invece, come vi ha spiegato benissimo ieri il nostro Diego Pistacchi, tutte le belle parole sulle primarie «irrinunciabili» (don Gallo dixit) per superare l'orrido Porcellum sono superate dalla composizione delle liste reali del Pd che ci troveremo sulle schede elettorali liguri. Insomma, è ottima l'intenzione di trovare un modo affinchè le liste non siano decise da una o due persone, ma se si fa tutta la manfrina con gli elettori per poi deciderle nel salottino di casa, forse è meglio evitare la scena.
Cito proprio il caso di Pastorino, persona civile e cortese, perchè viene sollevato anche da Nicoletta Peano, una nostra cara amica e lettrice che ha scritto una lettera aperta al segretario del Pd Giovanni Lunardon: «Sono un'elettrice facente parte del ventre molle della politica e quindi aperta e disponibile anche a cambiare idea sul voto. Pastorino ha convinto me e molti altri ad avere nuovamente fiducia nella politica, l'ho votato alle parlamentarie e ora arriva il solito paracadutato a soffiargli il posto che giustamente gli spetterebbe nella competizione elettorale...».
Il timore di Nicoletta è diventato realtà. Anzi, una realtà che non sarebbe stata pensabile nemmeno nei peggiori incubi di Pastorino. Perchè se è vero che i due capilista sono liguri e vincitori delle primarie (Donatella Albano, imperiese, al Senato e Andrea Orlando, spezzino, alla Camera, che ha avuto anche la serietà di sottoporsi alla prova degli elettori, nonostante avesse il posto già assicurato, stravincendo le primarie nella sua provincia, peraltro), è anche vero che il sindaco di Bogliasco è stato fregato addirittura su due fronti. Da un lato, perchè i paracadutati da Roma sono stati ben tre fra Camera e Senato. Dall'altro, perchè l'assurdo criterio «di genere» - il sesso, per dirla in italiano - ha avuto la meglio sui voti presi alle primarie. Tradotto: Mara Carocci, donna, è stata messa in lista prima di Luca Pastorino, uomo, anche se era stata meno votata di lui il 29 dicembre. E allora cosa si fanno a fare le primarie?
Poi, sempre davanti a Pastorino, ci sono tre «signori nessuno» (con tutto il rispetto per loro), nel senso che in Liguria non li conosce praticamente nessuno. Insomma, siamo alla nuova generazione di paracadutati. Non Vendola capolista di Sel o Casini, attuale parlamentare dell'Udc per la Liguria. Che non sono il massimo della vita, ma sono almeno nomi noti. Come quando Ciriaco De Mita scelse di farsi eleggere in Liguria da segretario nazionale della Democrazia Cristiana, la carica politica più importante esistente all'epoca. Stavolta, invece, siamo oltre. Coloro che porteranno certamente via il posto a Pastorino (che può rientrare solo in caso di un exploit del Pd) sono tali Marco Meloni, avvocato e ricercatore di Quartu Sant'Elena, in Sardegna, responsabile del partito per la Pubblica Amministrazione; Paolo Guerrieri, prof di Economia alla Sapienza di Roma e Raffaella Mariani, geologa di San Romano in Garfagnana, capogruppo uscente del Pd nella commissione Ambiente.


Poi, magari saranno tutti e tre bravissimi e ce li ritroveremo il prossimo anno candidati non alle politiche con il Porcellum, ma al premio Nobel per l'Economia o la Fisica, insieme alla Carocci nel nome dell'«identità di genere». Nell'attesa, era meglio Pastorino. Umile sindaco di Bogliasco, ma votato dai cittadini.

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