(...) liberarsene con leggerezza o con un eccesso di generosità è pericolosissimo. Ma andiamo per ordine. Icardi arriva a Genova quasi per caso. Lui, giovanissimo talento della Cantera del Barcellona, è inadatto a un gioco modellato su Leo Messi, fin dalle giovanili. E, vedendo il lavoro e il calcio di Pep Guardiola prima e di Tito Villanova ora, la scelta del Barça è comprensibilissima.
Però, da quel taglio, è nata una grande fortuna blucerchiata. Non immediata, intendiamoci. Nei primi mesi a Genova, Maurito fece fatica anche a conquistarsi uno spazio in Primavera e passò parecchio tempo in tribuna e in panchina. Poi, un po' alla volta, le prime convocazioni in serie B, l'esordio e il gol a Castellammare di Stabia che firmò negli ultimissimi minuti la vittoria contro lo Juve Stabia. Oggi, a posteriori, è facile dirlo: ma quel gol fu la firma sulla promozione della Sampdoria in serie A, più ancora che quelli nei play-off. Perchè, senza quel gol e senza la vittoria, difficilmente il Doria sarebbe arrivato nelle prime sei e avrebbe disputato i play-off.
Poi, qualche altra apparizione, mai scontata e mai inutile. Fino all'esordio, anch'esso casuale in serie A. E, anche qui, nessuna delle partite o degli spezzoni disputati da Maurito è stato meno che apprezzabile. Anzi, nella classifica dei migliori in campo, Icardi c'è sempre stato. E il gol nel derby e la palma del migliore delle ultime due partite sono la ciliegina su una torta fantastica.
Questa è la storia. E da quarto attaccante a prima punta, la metamorfosi di Maurito non è più casuale, ma iper-reale. Cioè, secondo me e secondo molti, oggi Icardi è la miglior punta sampdoriana, quello che ha scalato le gerarchie, indipendentemente da infortuni e squalifiche varie.
Poi, se a tutto questo aggiungete che gli altri non stanno benissimo, il gioco è fatto: Eder è, senza dubbio, il secondo miglior attaccante della rosa, segna poco ma è dotato di straordinaria fantasia, sa accelerare l'azione e si porta via gli attaccanti delle squadre avversarie come nessun altro. Maxi Lopez, dal canto suo, ha fatto vedere davvero pochissimo, soprattutto in rapporto a quanto è costato, sia pure in prestito (onerosissimo). Poi si è pure infortunato seriamente, ha ancora le stampelle e lo rivedremo a febbraio. Poi, ci sarebbe Nicola Pozzi. Ma, come si è visto lunedì sera contro l'Udinese, il Pozzi di questi tempi è improponibile per la serie A. Resterebbero Savic e il centravanti della Primavera Austoni, che hanno collezionato una manciata di presenze in panchina, ma non hanno nemmeno un minuto di serie A sulle spalle e quindi, difficilmente, saranno in grado di essere titolari o anche riserve su cui contare stabilmente.
Il catalogo è questo. E quindi, chiaramente, Icardi diventa indispensabile. E diventa sbagliata la disponibilità, generosissima e nobile, del vicepresidente vicario Edoardo Garrone a lasciar partire Icardi per il mondiale Under 20, per il quale è stato convocato dalla nazionale argentina. Mauro ci tiene moltissimo, certo. E, chiaramente, la società vorrebbe premiarlo assecondando la sua volontà, compatibilmente con la liberazione graduale dei letti dell'«ospedale attaccanti blucerchiati». Questo concetto è stato ribadito anche recentemente da Edoardo ospite di Maurizio Michieli al Derby del lunedì di Telenord, dove il numero uno Samp ha anche spiegato che la scelta finale spetterà a Ciro Ferrara. Ma. Ma c'è un ma. Nel frattempo, Icardi è diventato indispensabile alla Samp e, quindi, è molto meglio che non parta. Tanto più che alcuni giocatori nelle sue stesse condizioni sono stati blindati dalle rispettive società italiane: Dybala, uno che il Doria ha imparato a conoscere bene a sue spese, si è scontrato con il no del Palermo alla nazionale argentina Under 20, che avrebbe voluto convocarlo proprio come Icardi. Mentre il citì brasiliano Avila ha alzato bandiera bianca di fronte al no giallorosso per Marquinos, nel frattempo diventato titolare fisso della difesa di Zeman: «La Roma non lo ha liberato e, sfortunatamente, non sarà con noi».
Insomma, chi ha in casa i gioielli se li tiene ben stretti.
Meditate, vertici doriani. Meditate.
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