Se a Genova è di moda parlare d'arte

Se a Genova è di moda parlare d'arte

(...) a me sembra una notizia straordinaria, e la fotografia che riproduce questa situazione è qualcosa che vale più di centinaia di articoli e commenti.
Perchè vedere più di ottocento persone che, prendono, escono di casa, dopo cena, sfidano il freddo e si mettono pazientemente in coda per andare a sentir parlare di Caravaggio, piuttosto che di Canova, è un piccolo miracolo, qualcosa che riconcilia non solo con la bellezza, ma anche con l'Italia. Giovedì sera non è bastato il Maggior Consiglio e nemmeno il rinforzo del Minor Consiglio, dove si trasmetteva la lectio di Settis in bassa frequenza. La gente era talmente tanta che qualcuno è rimasto fuori.
E va dato atto a Luca Borzani, numero uno di Palazzo Ducale, e al tandem Duccio Garrone-Paolo Corradi di aver saputo interpretare il proprio pubblico. Ottimo segnale: da un lato, perchè anche quello della cultura è un mercato e riempire le sale, sia pure ad ingresso libero, è comunque una grossa vittoria. Dall'altro, perchè la collaborazione fra Ducale e Feg, fra pubblico e privato, fra cicli ideati e voluti da Borzani e proposte della Fondazione Garrone, è il segno di come possano cadere gli steccati fra mondi ritenuti inconciliabili.
Quindi, focalizziamoci un attimo sulle centinaia e centinaia di persone che affollavano il Ducale in una notte gelida per sentirsi raccontare «storie, segreti e avventure» de La chiamata di Matteo di Caravaggio, da parte di un archeologo, sia pure di fama come Salvatore Settis, storico dell'arte della Scuola Normale Superiore di Pisa. A me, gli 800 sembrano un miracolo che vale almeno quanto il pennello di Caravaggio.
Soprattutto, mi sembrano una chiave per leggere le possibilità di sviluppo del nostro Paese e, perchè no?, anche della nostra città. La richiesta, assetata verrebbe da dire, di cultura - e che può interessarci da vicino - emerge prepotentemente anche dalle «primarie della Cultura» del Fai, il Fondo per l'ambiente italiano, partendo dalla domanda: «Perchè andiamo indietro come presenza nel turismo quando abbiamo il Paese più bello del mondo?». La risposta - che ha portato l'associazione a inserire il turismo fra le proprie priorità - parte da dati drammatici. Il Fai come associazione è al di sopra di ogni sospetto, anche se - per una curiosa coincidenza - proprio Settis ha duramente polemizzato di recente contro l'ex presidente Ilaria Borletti Buitoni che si è candidata nelle liste montiane, quasi un premio a quello che l'archeologo protagonista l'altra sera a Genova ritiene uno dei peggiori governi per l'attenzione alla cultura. E, obiettivamente, il ministro Ornaghi, rispetto alla sua storia e alle sue premesse, è stato davvero uno dei peggiori degli ultimi tempi. Più inutile che dannoso. Il che è peggio. Dicevamo, quindi, che il Fondo per l'ambiente italiano sottolinea di come il numero di visitatori in Italia sia inferiore a quello della Francia, nonostante alle nostre latitudini possiamo contare su notevoli circuiti archeologici, primi fra tutti quelli della Campania, fra i più importanti e famosi al mondo. Mica finita. Il Fai se la prende anche con la frammentarietà delle politiche in materia turistica, a seguito dell'abolizione del ministero e all'assegnazione delle competenze alle singole regioni. E le risposte al tema «Meno Italialand, più Italia, politiche integrate per il turismo», che per ora è al settimo posto in classifica con il 6,1 per cento delle preferenze delle primarie del Fai? Infrastrutture, sostegno alla cultura e ai beni culturali, promozione, creazione di una grande piattaforma digitale che raggruppi le principali azioni di promozione turistica...
Si potrebbe continuare a lungo. Ma, con una regione e una città come la nostra, con un clima come il nostro (lasciate perdere gli ultimissimi giorni, vabbè), con una bellezza come la nostra, con un cielo come il cielo sopra Genova dei giorni attorno a Natale (a fine dicembre!) non serve un genio per capire qual è la nostra vocazione e in che direzione occorre andare.

E le persone in coda al Ducale (bis giovedì 24 alle 21, sempre al Ducale: tocca alla Soprintendente del Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini che parlerà de L'uomo perfetto, il David di Michelangelo), vanno proprio in quella direzione lì. Basta accorgersene.

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