(...) generale (rotto ieri dal Secolo XIX di Umberto La Rocca che, con un bel reportage di Paolo Crecchi ha preso atto che qualcosa di grave sta succedendo), l'edizione 2012 del Nautico rischia di essere l'ultima. Certamente, l'ultima del Salone così come l'abbiamo conosciuto sino ad ora. Forse, l'ultima a Genova.
In questi giorni, basta mettersi ai tavoli dei ristoranti della Foce per sentire dai commensali racconti da fine di un'epoca, espositori che si raccontano il Salone come se fossero reduci da una guerra, o anche, semplicemente, da un mondo. E per sentire commenti, racconti e timori sulla prossima edizione, che danno per scontato debba svolgersi a Viareggio. Il che, anche se magari qua non se ne rendono conto, sarebbe l'ennesima tragedia per Genova.
Tragedia, sia ben chiaro, pervicacemente e insistentemente cercata, ad esempio con iniziative improvvide come la manifestazione dei lavoratori Ilva di mercoledì o quella della scuola prevista per oggi. Che sono stati pacifici e non hanno messo in scena nessuna forma di violenza, che hanno molte ragioni, ma che passano dalla parte del torto nel momento in cui con la loro protesta danneggiano altri lavoratori, di un comparto ancor più in crisi del loro. Altro che Robin Hood e poveri contro ricchi. Quella manifestazione è stata una guerra fra poveri.
E allora, l'idea Viareggio. Nata da un'intuizione di una persona perbene e profondamente innamorata della Nautica come Paolo Vitelli, predecessore di un altro galantuomo come Anton Francesco Albertoni alla guida dell'Ucina, la Confindustria della Nautica. Vitelli, che è il patron del gruppo Azimut-Benetti, uno dei giganti del mare, oltre che persona che crede davvero nelle nostre coste, tanto da aver voluto il bel progetto di Varazze, ha buttato lì, un po' provocatoriamente, anche per vedere l'effetto che fa: «E se andassimo a Viareggio?».
Il fatto che l'abbia detto Vitelli rende tutto questo molto più che una provocazione. Non è il primo che passa per strada. E anche la sede in cui l'ha detto è praticamente la bibbia della Nautica, con tanto di evangelista, visto che l'intervista in questione è stata rilasciata proprio al nostro Giornale di bordo di Antonio Risolo: «Metterei in concorrenza tre località per capire dove si può ottimizzare l'esposizione. Ovviamente, al primo posto c'è Genova, con diritto di priorità, subito dopo due a caso: Viareggio e Fiumicino...». Ecco, una a caso, Viareggio, ha colto l'occasione al balzo e il governatore della Toscana, il Pd Enrico Rossi, ha subito detto di essere favorevole, stendendo tappeti per favorire il trasloco. Tappeti rossi, ovviamente.
Il problema è che il Nautico è una cosa troppo seria per trasformarlo nella medaglietta di un governatore. E Genova gioca col fuoco senza nemmeno rendersi conto che, forse, si è già scottata.
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