Se la sinistra genovese è la nemica più fiera della libertà di stampa

(...) che a noi paiono elementari, in più di un mese il Parlamento non è riuscito nemmeno a mettersi d'accordo sulla necessità di cambiare la legge direttamente in commissione in uno dei due rami, per l'occasione il Senato, senza passare per l'aula e accorciando i tempi. Niente, nemmeno quel minimo sforzo. Tanto che la discussione dei disegni di legge all'esame di Palazzo Madama («Chiti ed altri - Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, numero 47, e al codice penale in materia di diffamazione»; «Li Gotti ed altri - Disposizioni in materia di diffamazione a mezzo di stampa» e «Malan - Disposizioni in materia di diffamazione per la tutela della libertà di stampa e della dignità del diffamato») slitta di giorno in giorno. Insomma, una legge che eviti il carcere ai giornalisti per la diffamazione o, addirittura, per l'omesso controllo, come nel caso di Sallusti, è ancora lontanissima. Forse irraggiungibile, nonostante tutte le promesse e le premesse, prima della fine della legislatura.
Intanto, in Liguria succede di tutto. Ad esempio, in Regione un ordine del giorno di Matteo Rosso e Roberto Bagnasco sul caso Sallusti, assolutamente levigato, senza estremismi e scritto con il bilancino dialettico, non riesce nemmeno a venire discusso per l'opposizione di Pd, Sel e Federazione della sinistra. Ad esempio, in Comune, un ordine del giorno più infuocato - scritto con lo stesso carattere pasionario della sua firmataria Lilli Lauro - prende solo quattro voti a favore (e nove astensioni) su quaranta consiglieri. Insomma, la quasi unanimità del consiglio comunale è a favore del carcere per Sallusti e per qualsiasi altro giornalista, vanificando persino le voci più libere del Pd. Potrebbe succedere altrove, se non in Corea del Nord?
Occorre reagire. Da persone civili, chiedendo una riforma di una legge sbagliata. E, proprio per reagire, di fronte a questa brutta politica, diamo volentieri atto a un consigliere-galantuomo come Roberto Bagnasco (in tandem con un altro lord delle aule consiliari come Matteo Rosso) di aver mantenuto la parola e lo ringraziamo moltissimo per questo. Aveva promesso di organizzare un convegno sulla libertà di stampa proprio per parlare del caso-Sallusti e convegnò sarà. Mancano solo gli ultimi particolari: il giorno e la sala. Ma sarà probabilmente entro fine novembre e stiamo già lavorando insieme perchè fra i relatori, oltre a noi del Giornale, a Bagnasco, a Rosso, ai rappresentanti degli organi sindacali dei giornalisti, ad avvocati e a magistrati, ci siano proprio i legislatori. Coloro che in Parlamento sono riusciti a non approvare una legge che avrebbe cancellato una norma illiberale. E magari anche quelli che hanno votato «no» alle mozioni in Comune e in Regione, per dare la parola anche a loro. Noi, i liberali.


Quel giorno riscatteremo le brutte pagine firmate in Regione e in Comune sul caso Sallusti. E, almeno per qualche ora, faremo di Genova, anzichè la capitale della cultura illiberale, la capitale della libertà di stampa.

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