Senza luminarie il Comune ci ruba un po' delle Feste

(...) è fatta anche di queste piccole cose. Mica solo a Torino. Bastava fare qualche giro, nelle scorse settimane, per Milano, per respirare Natale dietro ogni angolo e, da sant'Ambrogio in poi, raccontare e raccontarsi luci e pacchi e muri umani di persone che giravano per i negozi e comunque compravano, magari un po' meno degli anni scorsi, ma compravano, e facevano girare l'economia.
Oppure, domenica scorsa a Bergamo. Con la città trasformata in un grandissimo e interminabile palcoscenico di luci azzurre e gialle, bellissime e studiate con un gusto davvero raro, che invogliava anche la gente ad entrare nei negozi. Poi, a completare il quadro, i mercatini di Natale con le passatoie rosse per arrivarci e le casette di legno che vendevano le loro mercanzie, e, quasi fosse un particolare curato da uno Scenografo superiore, con la esse maiuscola, i cumuli di neve ancora ai lati delle strade, con il bianco di fronte al teatro Donizetti, salendo in Città Alta e alla capannina benefica per i bambini più soli montata ogni anno, da decenni, dall'Eco di Bergamo. Insomma, a Bergamo, a Milano, a Torino, ho respirato aria di Natale. A Genova, città che amo immensamente e perdutamente, non l'ho respirata. E non solo perchè in questi giorni ci sono anche più di quindici gradi ed è difficile che arrivi la neve. Certamente, una giornata come quella di ieri, con il cielo di un azzurro terso che sembrava uscito da un album dei disegni dei bambini che giocano a farlo il più uniforme possibile, è una grandissima ricchezza e una grandissima bellezza. Così come il clima di ieri. Ma è merito della natura e di Dio, per chi ci crede, non del Comune.
E tutta questa meraviglia fa a pugni con le luci un po' tristanzuole del centro, riscattate solo dai delicati disegni del Porto Antico e dell'azzurrino con cui è decorata l'antica gru, regalo dell'archeologia industriale. Soprattutto, l'ostentata «sobrietà» di Marco Doria, che per alcune cose va bene e che fa vedere come su alcune cose il sindaco sia una persona seria, non va bene sempre e comunque. Inaugurare la stazione più importante della metropolitana, quella di Brignole, senza un taglio del nastro, non è straordinario.

E meno male che un'azienda privata, la Setti, ha regalato lo splendido spettacolo di fuochi d'artificio alla Regione Liguria.
Invece, spegnere le luci è stato solo l'ennesimo modo di spegnere Genova. Che di tutto ha bisogno tranne che di essere ancora più spenta.

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