La strada del futuro passa per questo Ponte

(...) manifestazioni, eventi, mostre e tutto quanto aiuta a far godere ancor più la bellezza di una città che già di suo è bellissima e straniante, senza che molti che la abitano se ne rendano conto.
In questi giorni, nei luoghi delle code e dell'afflusso turistico, ma anche sui treni, in metropolitana o sugli autobus, ho rubato molte conversazioni di turisti. E la cosa che mi ha colpito di più è che, dalla stragrande maggioranza di queste conversazioni, soprattutto quelle di coloro che non sono frequentatori fissi della nostra città, emerge lo stupore, la sorpresa «perchè non ci aspettavamo che fosse così bella». E credo che sia il complimento più bello che si può fare, a una città, come a una donna, la splendida sensazione di trovarsi a bocca aperta di fronte a qualcosa di una bellezza inattesa.
Insomma, credo che - se ce ne fosse stato bisogno - il racconto che abbiamo fatto nell'ultima settimana e negli ultimi mesi relativo all'«investimento sulla Bellezza» come vera arma per superare i problemi di Genova e della Liguria, sia stato confermato da un fermo immagine, senza bisogno di fiumi di parole. E il fermo immagine è quello sulle code che si snodano nei luoghi del turismo, bellissima fotografia di quello che potrebbe essere sempre e che, purtroppo, non sempre è.

Il nostro racconto della Bellezza, la scelta di una multinazionale come Carestream di mettere una delle tre sedi mondiali a Genova, la difesa del Nautico e del Festival della scienza, l'elogio del territorio di un imprenditore come il presidente di Federacciai e dell'Entella Gozzi, sta tutto qui.
«La Bellezza salverà il mondo» dice il dostoevskiano principe Miskin. Minimalisticamente, se lo volessimo, salverebbe Genova.

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