(...) in ballo «per sentito dire» in un'intercettazione tra l' ultrà rossoblu Massimo Leopizzi e un altro tifoso.
Proprio in questo contesto emergono i nomi di altri calciatori doriani, ma né Zauri né nessun altro giocatore blucerchiato risulta indagato, anche perché su questo punto le intercettazioni sono molto confuse: si parla infatti prima di una presunta colletta di due giocatori della Sampdoria, poi di otto, poi di tutta la squadra, allargando il cerchio ad un'ipotesi che diventerebbe oltre che poco credibile anche difficile da accertare. Non è escluso che possano anche essere riascoltati i giocatori del Genoa coinvolti nell'inchiesta e attualmente indagati (Dainelli, Palacio, Milanetto e Criscito) anche se in realtà alcuni di questi sono già stati sentiti dal pm di Cremona.
L'intenzione della Procura di Genova però è di chiudere l'inchiesta entro i primi giorni d'agosto e di inviare poi il falcone alla giustizia sportiva e al procuratore federale Stefano Palazzi, che deciderà se procedere con una nuova inchiesta sportiva oppure, soprattutto in caso di archiviazione da parte di Genova, abbandonare il filone del derby e dedicarsi ai documenti che continuano ad arrivare dalle altre procure. La Procura di Genova entro la fine di luglio deciderà quindi ha due possibilità: o procedere con l'archiviazione oppure esercitare l'azione penale.
E così si torna ancora a parlare di quel derby ormai lontano: partita che si giocò tra rumors e sentito dire già una settimana prima del match, quando gli ultrà rossoblù scrissero sul muro di Pegli «Il derby non si regala». La Sampdoria infatti aveva disperato bisogno di punti per non retrocedere e il Genoa poteva, classifica alla mano, accontentarsi del pareggio; ma la stracittadina, si sa, non è una gara come le altre e la voglia di vincere, a prescindere dall'obiettivo sportivo, resta sempre alta.
Al momento quindi ci sono soprattutto voci da bar e un risultato che non avvalora la tesi della combine visto che il Genoa vinse per 2-1 grazie ad un gol di Boselli all'ultimo secondo, proprio su assist di Milanetto, che ne parlò anche in sua difesa in uno degli interrogatori. Insomma, se non uscirà qualcosa di clamoroso, i rumors sul derby potrebbero, a più di un anno di distanza, dissolversi, ma per capirci qualcosa di più bisognerà attendere di conoscere le versioni di tutti quelli tirati in ballo nelle intercettazioni e quindi anche delle persone che saranno sentite nelle prossime ore come testimoni.
Va verso la chiusura, intanto, anche l'inchiesta relativa alla presunta aggressione subita dall'ex difensore del Genoa, ora al Chievo, Dario Dainelli da parte di un gruppo di ultrà il 12 gennaio 2012 negli spogliatoi del campo di allenamento di Pegli, dopo le pesanti sconfitte esterne della squadra contro Napoli e Cagliari.
In quell'occasione sembra che alcuni tifosi chiesero ai giocatori anche spiegazioni sul derby dell'anno precedente, accusandoli di scarso impegno: il difensore qualche giorno dopo fu ceduto proprio al Chievo. Nel frattempo il blitz della Procura genovese nel ritiro di Bormio ha portato all'identificazione di tre ultrà che entrarono nello spogliatoio. I giocatori rossoblù però, durante l'interrogatorio, non avrebbero parlato di una vera e propria aggressione quanto piuttosto di un faccia a faccia che, come ha detto anche l'amministratore delegato del Genoa Pietro Lo Monaco, accade in tutte le squadre d'Italia nell'arco di un campionato.
E si va verso la chiusura anche dell'inchiesta sui disordini avvenuti allo stadio Ferraris durante il match Genoa-Siena, gara che fu interrotta dalla tifoseria all'inizio del secondo tempo, con i giocatori rossoblù che furono costretti a togliersi la maglia. Per quella vicenda, clamorosa soprattutto a livello mediatico, molti supporter del Grifone sono stati già identificati e colpiti da Daspo, il divieto di assistere a manifestazioni sportive.
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