Il video noto agli anarchici prima che al gip

Il video noto agli anarchici prima che al gip

(...) L'ipotesi, clamorosa quanto inquietante, nasce dall'analisi delle intercettazioni fatte durante gli incontri tra Alfredo Cospito e Anna Beniamino. Frasi chiare, che dimostrano come i sospettati sapessero degli sviluppi delle indagini.
Ad esempio, a Bordighera, l'11 giugno alle 20.19, i due si parlano in maniera preoccupata. Tanto per rendere l'idea, i due pm non hanno ancora neppure depositato la richiesta di arresto, che sarà sottoposta al gip solo 16 giorni più tardi e che il giudice respingerà l'11 luglio. Ma Cospito, al secondo 31 del nastro, dice esplicitamente: «Hanno un video!... Anna c'è il nostro video lì! Credimi non possono». Ed è tutto vero. Nonostante gli anarchici fossero convinti di non aver lasciato traccia, di aver dribblato qualunque telecamera, sapevano che nelle indagini c'era stata una svolta, che gli inquirenti avevano un loro video a disposizione. «Sembra saperlo!», annotano in procura. In realtà è la prima volta che esplicitamente i sospettati si lasciano andare a discorsi così chiari. Fino a quel momento avevano finto di parlare d'altro o di commentare distrattamente le indagini. Qualcosa dev'essere successo per far abbandonare loro ogni precauzione. Quel qualcosa è la notizia che gli inquirenti erano entrati in possesso di un loro video.
Due giorni più tardi, un nuovo incontro, questa volta nel negozio della Beniamino, alle 18.39. C'è anche Nicola Gai, che pronuncia un'altra frase che lascia pensare a informazioni ricevuto sui movimenti degli inquirenti. L'intercettazione non è delle migliori, le prime parole del discorso si perdono. Poi Gai dice: «Come vengono, il pomeriggio non ci sto! Pensa se trovavano quel pistolone!». Gli altri due provano a proporre soluzioni, forse delle possibili scuse o alibi. E lui insiste deciso: «No, ma hanno qualcosa...».
I sospettati iniziano a temere di essere nel mirino poco più di un mese dopo l'attentato. Proprio quando effettivamente gli inquirenti hanno in mano i primi elementi. Staranno ancora più all'erta e troveranno le cimici piazzate nella casa di Bordighera. Ma soprattutto sapevano di cose ben precise trovate da Digos, Ros e Procura. Senza dimenticare che l'arresto è scattato perché ormai si stavano preparando alla fuga, come se avessero saputo che il cerchio attorno a loro si stava stringendo.
E se oggi le indagini continuano per arrivare a nuovi e decisivi elementi, è probabilmente perché gli inquirenti non sperano di trovare solo il nome del complice che potrebbe aver tenuto libero il posto per abbandonare lo scooter dopo la fuga. L'ipotesi che gli anarchici possano aver ricevuto qualche aiuto ancora più importante e grave è al vaglio della Procura.
Intanto ieri Alfredo Cospito e Nicola Gai, non hanno risposto alle domande del gip di Torino nel corso dell'udienza di convalida dell'arresto. Silenzio per non dare ulteriori vantaggi a chi indaga su di loro. Ma alcune perquisizioni nelle loro abitazioni hanno portato al sequestro di materiale definito «molto interessante» per le indagini. In particolare sono stati trovati abiti «compatibili con quelli usati il giorno dell'agguato». La parola passa ora ai periti chimico-balistici.

Durante le perquisizioni sono state sequestrate anche le schede madre delle fotocopiatrici e eseguita l'analisi tracciante del Telepass del furgone dell'azienda di uno degli indagati, furgone che si trovava a Genova, nelle vicinanze della casa del dirigente Ansaldo, e prima ancora in Toscana. Proprio in Toscana la digos e i carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell'appartamento di un anarchico pluripregiudicato per rapina che di recente ha frequentato spesso uno degli arrestati.

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