L'oriente e la Cina a lungo un mistero per gli abitanti dell'Europa. Erodoto nelle sue «Storie» (redatte tra il 440 e il 429 a.C.), scriveva: «Al di là dell'India, non c'è che un deserto di cui non sappiamo nulla». Ecco perché quando comparve «Il Milione» dettato da Marco Polo a Rustichello da Pisa che lo trascrisse in franco-veneto, questo velo di ignoranza, che durava da più di 1500 anni, apparve come sollevato (seppur con una narrazione di larga fantasia). Per i contemporanei fu una rivelazione: si apriva così un nuovo mondo, fatto di commerci e viaggi che duravano anni, culture che si scambiavano e intrecciavano. Ma Marco Polo non fu affatto il primo occidentale a percorrere le desertiche strade dell'Asia centrale e della Cina; prima di lui viaggiatori, conquistatori e mercanti avevano già raggiunto le coste del Pacifico. Esistevano rotte commerciali aperte sin dal tempo dell'impero romano. «I precursori di Marco Polo» dello scrittore Albert T'Serstevens (1886 - 1974), ora pubblicato per i tipi di Luni, raccoglie gli scritti integrali, collezionati con acribia e curiosità storica di quegli uomini. Viaggiatori e dotti le cui gesta e i cui studi furono offuscate dalla enorme rinomanza de «Il Milione». T'Serstvens ricostruisce la complessa genesei della costruzione in Occidente della geografia dell'Asia antica.
Sono tradotti e presentati in versione integrale nel volume gli scritti del «Viaggio di Giovanni da Pian del Carpine», «l'Itinerario di Fra' Guglielmo di Rubruk», e Il «libro dei due maomettani ossia la Catena delle Cronache». MSac
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