È stata la conferenza stampa più affollata anche se Wolfs, il film di Jon Watts, è fuori concorso. Ma ci sono due superstar, Brad Pitt e George Clooney, e il Lido è in agitazione. Sabato sera c'era già chi era appostato nei pressi del red carpet, pronto a passare una notte al fresco e una intera giornata sotto al sole rovente per strappare un autografo ai due divi. Al molo d'attracco, c'è una ressa spaventosa. Loro non si fanno pregare, dispensano sorrisi e buonumore, da consumati uomini di spettacolo. Clooney è vestito come un avvocato, sarà stato consigliato dalla moglie Amal. Dal vivo dimostra la sua età, 63 anni. Pitt ha una giacca azzurra su maglietta bianca. Dal vivo sembra molto più giovane della sua età, e invece gli anni sono 61 a dicembre. Clooney e Pitt non lavoravano assieme dal 2008, quando presentarono, proprio a Venezia, After Reading - A prova di spia dei fratelli Coen. Wolfs è un noir a tinte comiche, molto anni Settanta, ben fatto, divertente e senza pretese artistiche. Intrattenimento di prima classe.
C'è spazio per un accenno alla politica. Clooney, all'inizio di luglio, aveva scritto un articolo sul New York Times in cui chiedeva al candidato democratico Joe Biden di ritirarsi dalle presidenziali. Cosa che è avvenuta. Clooney: «Io penso che dobbiamo ringraziare il presidente Biden che ha fatto una mossa coraggiosa, la più coraggiosa da Washington in poi. Solo questo sarà ricordato: la decisione di mettere da parte l'orgoglio e sacrificarsi per il bene del Paese». Nessuna citazione per Donald Trump e Kamala Harris.
Tocca invece a Pitt parlare di Wolfs: «Per me è un immenso complimento sentire dire che sembra un film degli anni '70. I film di quegli anni sono i migliori per noi, non è una cosa che avevamo intenzione di replicare ma si vede che è nel nostro Dna. Siamo cresciuti con quei film e quei film ci hanno fatto voler fare questo mestiere». Wolfs vede Pitt e Clooney anche nelle vesti di produttori. Il film andrà in 100 sale negli Usa e sarà disponibile sul servizio di streaming Amazon Prime. Clooney spiega che non bisogna rimpiangere i bei tempi andati, anche se il grande schermo resta fondamentale: «Quando ero giovane attore c'erano 64 emittenti e quindi il lunedì si apriva il giornale per vedere se eravamo nei top 10, ora ce ne sono 700. L'industria del cinema ha bisogno dello streaming, è un momento di completa trasformazione. Stiamo ancora cercando di capire la situazione. Penso che gli attori avranno molto più lavoro, il Covid ha complicato tutto, ma stiamo arrivando a un punto di assestamento. Comunque un giovane attore ha più opportunità rispetto ai tempi del mio esordio». Pitt, che produce altri film presenti a Venezia, annuisce e aggiunge: «Ci sono più storie, più talenti, più facce nuove».
I due attori-produttori si sono tagliati parte del compenso per facilitare la distribuzione nelle sale. Clooney polemizza con il New York Times: «Hanno scritto che il nostro cachet era di 35 milioni, siamo lontanissimi da quelle cifre. Compensi simili non sono immaginabili nell'industria di oggi».
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