Ghedini: "Riprendiamo i processi, premier estraneo"

I legali del premier condannano la sentenza della Consulta: "Rinnega i principi da se stessa già enunciati". Ghedini: "Riprendiamo i processi, il premier è estraneo"

Ghedini: "Riprendiamo i processi, premier estraneo"

Roma - "Questa è una sentenza con cui la Corte Costituzionale addirittura rinnega i principi da se stessa già enunciati. Con questa decisione si pretende contro la volontà popolare che il presidente del Consiglio anzichè occuparsi dei problemi nazionali ed internazionali, sia costretto quotidianamente a seguire evanescenti processi". Niccolò Ghedini, avvocato del presidente del Consiglio e deputato del Pdl, ha deprecato duramente la sentenza della Consulta ma ha subito avvertito che sono pronti a lavorare sui processi. Poi ha avvertito: "Il premier è estraneo".

Ghedini: "Riprendiamo i processi" Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che oggi ha dichiarato illegittimo il Lodo Alfano, la difesa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi andrà incontro ai processi nella consapevolezza che un giudice super partes ne riconoscerà l’estraneità da qualsiasi ipotesi di reato. "Con questa decisione si pretende contro la volontà popolare che il Presidente del Consiglio anziché occuparsi dei problemi nazionali ed internazionali, sia costretto quotidianamente a seguire evanescenti processi", ha detto Ghedini nella nota. "Riprenderemo questi processi nella consapevolezza che con un giudice super partes sarà certamente riconosciuta l’estraneità di Silvio Berlusconi da qualsiasi ipotesi di reato".

Pecorella: "La Consulta smentisce se stessa" "La Consulta, e questo non può non sorprenderci, ha smentito se stessa, perché nella sentenza del 2004 sul Lodo Schifani aveva evidenziato alcuni aspetti di incostituzionalità ma il provvedimento rientrava nelle norme ordinarie del processo penale".

A sottolinearlo è Gaetano Pecorella, uno dei legali del premier, ha puntato il dito contro il verdetto della Corte Costituzionale: "Se ci voleva una legge costituzionale, bastava sottolinearlo nel 2004 e il Parlamento avrebbe provveduto. Se un organo di così alta autorevolezza ha cambiato i propri convincimenti, la cosa non può che non apparire coerente. E questa incoerenza avrà pure qualche spiegazione".

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