Alto, magro, fortemente pragmatico e con un curriculum professionale di tutto rispetto, il nuovo comandante provinciale dei vigili del fuoco Calogero Turturici si è presentato ufficialmente alla stampa ieri mattina con tutta la formalità richiesta da occasioni come questa. Poi ha raccontato il suo più grande sogno e piano piano si è sciolto nonostante la presenza dei giornalisti. «Credo che questo incarico milanese sia il più ambito tra i funzionari del corpo nazionale. Come certi desideri che si coltivano fin da piccoli. E che nel mio caso si è realizzato» ha detto sorridendo il neo comandante che a Milano prende il posto di Nicola Micele, ora alla guida della Direzione generale dei vigili del fuoco della Sardegna.
Sessantré anni, siciliano di Agrigento, una laurea in ingegneria elettronica e un passato come ufficiale di complemento nella Marina militare nella base militare di Messina, Turturici è entrato nel Corpo nazionale di vigili del fuoco nel 1995. Dopo una lunga carriera in Piemonte (la famiglia vive a Tortona e lui ha ricoperto ruoli di vertice tra Asti, Biella e Novara) Turturici è stato comandante provinciale a Bergamo, quindi ha retto per nove mesi la colonna mobile regionale della Direzione Lombardia, prima di essere nominato, nel dicembre 2022, comandante provinciale a Bologna, ultimo incarico prima di quello attuale a Milano.
Turturici ha rivelato ieri qualcosa che non sapevamo. Ovvero che il comando di via Messina, il più grande d'Italia e in passato proprietà della Provincia, è stato acquistato dal ministero dell'Interno un anno fa per 21 milioni di euro. Il neo comandante ha già in mente di revisionarne l'organizzazione e non certo per manie di protagonismo, ma semplicemente in base a valutazioni pratiche e di buon senso. «A Rho, che ormai è una vera città con oltre 50mila abitanti e una nuova tipologia edilizia, il distaccamento dei vigili del fuoco è troppo piccolo, conta una sola squadra disponibile per turno, perché risale a quando Rho era un'area industriale dismessa - ha spiegato -. Forse dobbiamo porci delle domande su come affrontare il soccorso in quelle aree. Mi impegnerò quindi a chiederne la riqualificazione, a ingrandirlo».
«Per fare un discorso più generale l'intero skyline della città è cambiato, per questo dovremo addestrarci sempre più per interventi a grandi altezze e rivedere anche le procedure di intervento in base alle nuove tipologie costruttive, pensiamo ad esempio alla Torre dei Moro - ha aggiunto -. D'intesa con i gestori delle strutture più complesse - ad esempio le aziende ospedaliere - partiremo con dei piani d'intervento codificati in modo da migliorare la performance dell'intervento».
E ancora: «Per quel che riguarda i dispositivi di soccorso credo però che Milano non abbia nulla da invidiare a nessuno. Anche se abbiamo un grosso problema di turn over nel personale perché per un vigile del fuoco abitare sotto la Madonnina è molto oneroso: molti sono costretti ad andarsene da qui perché la vita costa veramente tanto...Non è certo una novità che anche i concorsi della polizia locale in città vadano deserti per questa ragione. Milano è un comando a forte impatto di mobilità e soffre questo problema atavico».
Dal 1° gennaio al 22 ottobre di quest'anno sono quasi 23mila gli interventi dei vigili del fuoco milanesi, di cui 2894 per incendi. Il numero più alto di interventi dei pompieri milanesi riguarda però le persone (7.860), quindi per danni d'acqua (2.435), per incidenti stradali (876), per verifiche strutturali (1.187).
Turturici - che è specializzato in
difesa nucleare, biologica e chimica e in disaster management - ha spiegato infine che, del tutto al passo con i tempi, da parte del comando nazionale da cinque anni c'è «una forte ricerca, sia sperimentale che di tecnologia».
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