Vedremo se quest’anno lanceranno gli spartiti in segno di protesta per la scarsa considerazione delle loro opinioni. Stavolta gli orchestrali hanno in mano veramente la bacchetta: il loro voto conterà moltissimo sulla classifica finale che sarà il risultato di una media, al 50 per cento, tra i loro pareri e quelli espressi dal televoto. Fatto salvo che nella finalissima a tre conta solo il televoto (e che ci sarà pure una complicata golden share dei giornalisti che potrà salvare un artista). L’intento è quello di superare le polemiche degli anni scorsi sull’eliminazione da parte del giudizio popolare di artisti di qualità e sui trucchi legati al televoto (contro cui Morandi lancerà un monito stasera e avvertirà che, in caso di truffa, si potrebbe essere eliminati). Eppure c’è già chi storce il naso perché gli orchestrali, pur professionisti indiscussi e pur votando in maniera segreta, sono comunque persone che percepiscono uno stipendio dagli organizzatori medesimi del Festival e che, dunque, potrebbero essere in qualche modo influenzabili.
A scegliere la maggior parte dei professori è il direttore dell’orchestra Marco Sabiu, a sua volta confermato nell’incarico dal direttore artistico Gianmarco Mazzi, a sua volta selezionatore degli artisti in gara. Non per nulla ieri si è tenuto un incontro (chiamati a testimoniare alcuni giornalisti) in cui Mazzi e Morandi hanno raccomandato ai professori di «votare come se fossero pubblici ufficiali». Excusatio non petita?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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