Giallo italiano, ovvero il paese dei delitti

Se non sapessimo dal principio che Massimo Polidoro è italianissimo, ci verrebbe persino il sospetto che la sua ultima fatica, Cronaca Nera (Piemme, pagg. 431, euro 17,90) sia stata scritta da un reporter inglese. Sottotitolato Indagine sui delitti che hanno sconvolto l’Italia, questo libro, a metà tra il saggio storico e il reportage giornalistico, ci racconta una serie di crimini in parte tuttora irrisolti, che hanno segnato in profondità il nostro costume.
Ragazzo prodigio dell’illusionismo, pupillo di Piero Angela e segretario del Cicap (il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), Massimo Polidoro dimostra di essere in linea con la grande tradizione britannica proprio nelle scrupolose ricostruzioni di indagini offuscate dal tempo o di comprensione ostica. Attraverso la vicenda degli omicidi attribuiti a Girolimoni negli anni Trenta, le torbide storie della saponificatrice di Correggio, che per disfarsi dei cadaveri delle proprie vittime li faceva a pezzetti e poi li riduceva in saponette, e altre pagine più recenti della cronaca nera italiana, il lettore non potrà fare a meno di appassionarsi alla lettura, anche perché lo stile dell’autore non rischia mai di incappare nei due grandi difetti che opere come questa possono avere: atmosfera asettica o enfasi eccessiva. È senz’altro vero che la cronaca dei delitti del mostro di Firenze di per sé rappresenta una sorta di thriller imbattibile, però la ricostruzione di questa complessa trama è fatta con chiarezza e trasporto. Si suggeriscono anche piste alternative a quelle seguite dagli inquirenti, senza peraltro sconfinare mai nella fanta-indagine. In questo, come in tutti gli altri casi ancora in corso, la materia viene affrontata con grande serietà e delicatezza.
E come non emozionarsi di fronte alla ricostruzione della morte del piccolo Samuele Franzoni? O come non indignarsi di fronte a depistaggi e reticenze del caso, ormai offuscato dall’oblio, dell’assassinio di Simonetta Cesaroni, nell’estate torrida di via Poma a Roma? Si sente forse la mancanza di un capitolo dedicato al cosiddetto assassinio dell’Olgiata e al caso di Marta Russo, la studentessa assassinata all’università di Roma per quello che sembra essere stato un tragico, inspiegabile gioco. Ma è prevedibile che le indagini di Massimo Polidoro si arricchiranno di pagine nuove in futuro. D’altra parte, sul sito del Cicap (www.cicap.org) si possono seguire i suoi commenti ai fatti apparentemente paranormali che accadono quotidianamente nel nostro Paese. Poco più di un mese fa, a proposito della sensitiva bresciana che asseriva di aver individuato il cadavere di una ragazza scomparsa da alcuni anni, diceva con lo humour che lo contraddistingue che la signora forse aveva «davvero il dono della “chiaroudienza”... che sentirebbe cioè le voci dei morti.

Un piccolo controllo sui suoi precedenti, però, non sembra confermare questa dote... nessun veggente o sensitivo è mai riuscito a dimostrare la veridicità di tali facoltà paranormali in condizioni dove sia possibile escludere il caso o la frode».

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