Giambellino-Tolstoi, esistenze "periferiche" viste da un quartiere

Milano - Una città vista da un quartiere e raccontata su internet. Giambellino-Tolstoi. Una fermata del bus e molto altro. Giovanni Bellini, uno dei pittori più famosi del Rinascimento italiano, detto Giambellino e Lev Tolstoi, il grande romanziere russo. Un abbinamento surreale, ma dentro c'è già tutta Milano, con le bizzarrie italiane e la vocazione metropolitana. Basta aggiungere un giornalista livornese e la ricetta prende forma e sostanza, diventando un blog. Giambellino-Tolstoi è il sito web di Luca De Vito, giovane giornalista professionista toscano di nascita e meneghino per necessità e vocazione. La necessità - urgente - di raccontare Milano e le vite "nascoste" che la attraversano. Partendo, ed è questa la novità, da tutte quell'umanità che vive le periferie della città e dell'esistenza. Frammenti di quel film che ci scorre attorno mentre noi guardiamo la pubblcità. Italiani, extracomunitari, fruttivendoli, operai, artisti di strada, giovani e vecchi.

Luca, come è nato questo esperimento?
"Tutto è iniziato da un compito che mi era stato affidato alla scuola di giornalismo dello Iulm. Dovevo raccontare una storia collegata a una via, a una parte geografica della città. Sono partito così e poi non ho più smesso. Sul mio blog ho dato vita a una specie di mappatura di tutte quelle vite che a Milano non racconta nessuno. Una cartina della città collegata alle storie delle persone che la vivono".

Come fai a trovare tutti i personaggi che popolano le tue cronache?
In alcuni casi li incontro, li noto in giro per la città. Altre volte mi arrivano delle segnalazioni da amici e lettori. Antonio, uno dei primi di cui mi sono occupato, l'ho incontrato per caso alla Barona. Una domenica mattina si è messo a suonare la tromba sotto le finestre di casa mia. Mi sono svegliato, mi sono affacciato alla finestra e così ci siamo conosciuti. E' un artista di strada che si esibisce sotto i palazzi e vive dei soldi che gli lanciano gli "spettatori" dalle finestre.

Ti sollevo un'obiezione che già altri ti avranno fatto. Come fai a raccontare una città così diversa dalla tua Livorno?
"Forse proprio perché vengo da un'altra città mi accorgo di cose che alle persone che sono nate qui possono sfuggire".

Certo. Come lo stato di salute di Milano?
"Buono.

Vivendo qui ho sfatato molti luoghi comuni. L'idea che i milanesi siano antipatici e trattino male gli stranieri, per esempio, non è vera. Ho incontrato persone cordiali e disponibili e in alcuni casi, facendo le mie interviste, sono nate anche delle amicizie"