Ginevra, tanta voglia di sprint oltre al tormentone ecologia

da Ginevra

Marchi noti ed emergenti, che di anno in anno si fanno più numerosi, approfittano ancora una volta della neutralità (a livello automotive) del territorio e del prestigio del Salone di Ginevra - aperto sino a domenica prossima - per mostrare le loro nuove collezioni. Le numerose novità, 130 tra assolute e al debutto in Europa, si diluiscono in ogni categoria ma, in generale, mostrano lo stato dell’arte del marchio di appartenenza a livello di salvaguardia dell’ambiente e di (tentativo) contenimento dei costi.
Temi quanto mai doverosi e d’attualità, che impegnano i costruttori allo spasimo per trovare un punto d’equilibrio tra lo sforzo profuso, il risultato raggiunto e il costo con cui sarà proposto al pubblico tanto più che, nessuno di loro, ha visioni molto ottimistiche sull’andamento della situazione economica del mondo occidentale.
Nonostante ciò, alcune delle novità esposte a Ginevra esorcizzano questa situazione e riportano l’automobile al ruolo d’oggetto del desiderio che - forse un po' irrazionalmente, visti i tempi - fa sognare tutti: ricchi e poveri, politicamente corretti e agnostici, super-esperti e automobilisti per... caso. A fare sognare basta l’appeal di un marchio glorioso, una linea seducente o la consistenza della «cavalleria» di un motore, a prescindere dal fatto che sia piccolo o grande.
Così, a Ginevra, in mezzo a vetture ibride, a ipotesi di propulsione fuel-cell e a tesi basate sulla possibilità di produrre auto in maniera poco costosa a riportare tutti sul piano dell’emotività, ci pensano inedite proposte, come la 500 Abarth: seconda Fiat a farsi pungere dallo Scorpione. Sotto vesti intriganti e grintose cela un brioso motore 1.4 turbo da 135 cavalli. Un sogno che può trasformarsi anche in realtà a cifre ragionevoli e che non sfugge dall’imperativo di limitare consumi ed emissioni, un po’ come fa la Renault Twingo RS - sviluppata dalla Renault Sport, quindi anch’essa con un pedigree di rango - che sotto l’aspetto atletico nasconde un 1.6 di analoga potenza.
E poi, a salire, con la Bmw M3 (V8 di 4 litri da 420 cv) che si trasforma in cabrio-coupé, ma fa perdere la testa anche l’Alfa Romeo 8C (470 cv racchiusi in un V8 di 4.7 litri) che si evolve in Spider. E lo stesso intento ha anche la nuova generazione della Mercedes SL - anche con propulsori inediti - che vuole richiamare con alcuni tratti la mitica SL300 del passato.
Ma non poteva mancare, ancora una volta, una Ferrari a fare sognare. Adesso tocca alla 612 Scaglietti, che gioca la carta della personalizzazione no-limits e adotta il tetto in cristallo per offrire le sensazioni di viaggiare a cielo aperto dentro una coupé. Un territorio in cui la Maserati Granturismo vuole insediarsi in maniera ancora più decisa, con la versione S che incrementa la scuderia a 440 unità e, nel contempo, adegua cambio, freni e assetto alle nuove prestazioni. Che salgono anche nell’edizione limitata a 200 unità della XKR (si chiama S, ha 416 cv e tocca i 280 orari) che è la Jaguar di serie più potente. E si «dopa» pure la Lamborghini Gallardo. Infatti, diventa LP560/4 e alla scuderia portata a 560 cv, grazie all’incremento della cilindrata da 5 a 5.2 litri del suo V10, abbina lineamenti con cui prende le distanze dalle sorelle meno potenti.

E per gli amanti del genere coupé fuori dalla norma, ecco che arriva anche la mastodontica Rolls-Royce Phantom. Nissan, invece, dopo l’edordio al Tokio Motor Show schiera la sua Gt-R, un vero bolide capace di far impallidire le più blasonate granturismo europee.

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