Giove si fa un bel lifting: il pianeta gigante ha perso le sue fasce rosse

Un'incredibile mutamento sulla superficie dell'enorme corpo celeste sfugge ai grandi telescopi ma viene scoperto da un'astronomo dilettante

Matteo Sacchi
Se ne è accorto un astronomo dilettante. E i professionisti sul momento quasi non volevano credergli. Giove ha cambiato faccia. La gigantesca, «fascia» di nuvole rosso ferro del suo emisfero meridionale è scomparsa. È successo in un lampo, parlando ovviamente di tempi cosmici, meno di un mese, mentre il pianeta più ciccione del sistema solare (potrebbe contenere 1300 Terre) era nascosto dietro il Sole. Quando all'inizio di aprile Giove è ricomparso, la metamorfosi era fatta e la stella mancata (questo spesso si dice del gigante gassoso) era diventato quasi irriconoscibile.
Non si tratta in realtà di una novità assoluta. Già in passato i suoi vortici avevano subito cambiamenti. Nel 1974, quando la Pioneer sfiorò Giove, la fascia sud sembrava meno vivida del solito, e tornò a impallidire nel 1992. Mai però si era visto un lifting così improvviso. Quella che gli astronomi chiamano «Macchia Rossa», una specie di gigantesco ciclone, ora risulta isolata in mezzo a una vasta zona chiara, mentre fino a qualche mese fa confinava con la lunga striscia rossa che ora è sparita del tutto. C'era un'altra piccola macchia rossa formatasi di recente in quella fascia, ma anch'essa ora risulta appena appena visibile. Ed è questo l'unico indizio utile per i grandi centri di osservazioni rimasti spiazzati dalla scoperta. La spiegazione degli astronomi è infatti che la fascia «permanente» di nuvole non si sia dissolta ma sia stata coperta da uno strato superiore composto da gas privi di colorazione, e questo avrebbe attenuato la tinta anche della piccola macchia rossa. Sul perché sia successo tutto questo è probabile che discuteranno, invece, per mesi. Di certo è uno dei fenomeni planetari più macroscopici della storia. In ogni caso complimenti a Bob King (noto anche come Astro Bob) il primo ad accorgersi che Giove aveva perso la sua striscia. King è un dilettante ma abile nell'usare quei sensori Ccd che ormai anche con un piccolo telescopio consentono di ottenere foto ad alta risoluzione, foto che solo un decennio fa avrebbero richiesto attrezzature milionarie. È cosi che Astro Bob ha fatto il colpo della vita, quello con cui è finito su "Nature" e con cui resterà nei libri di storia dell'astronomia. Lui è stato bravo però i grandi osservatori e la Nasa hanno fatto un po' la figura dei distratti: l'aspetto di Giove al telescopio è caratteristico.

Strisce parallele chiare e scure, chiamate «bande» e «zone», si alternano a nord e a sud dell'equatore del pianeta. Osservarle da vicino con le sonde spaziali, con il telescopio in orbita Hubble è uno dei grandi must dell'astronomia.

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